Regia di Wang Quanan vedi scheda film
Cronaca di un divorzio annunciato:una perla preziosa questo film che dalla Mongolia ci parla di libertà,di dignità,di solidarietà umana.E ci parla di un mondo talmente diverso dal nostro che non riusciamo neanche a immaginarlo ,sembra addirittura un altro pianeta,fatto di pecore e pastori erranti,di piccoli cavalli scattanti e di rare automobili(mentre in una sequenza del matrimonio verso la fine svela una fila di motociclette parcheggiate davanti a curiosi edifici dall'aria molto primitiva a sottolineare il contrasto tra antico e moderno).E qui si consuma il dramma di Tuya orgogliosa giovane mongola che lavora come un mulo da soma con due figli piccoli e marito invalido che,essendo solo un peso per lei ,le chiede continuamente di divorziare affinchè lei si ricrei una vita e possa vivere senza problemi economici.E quando anche lei si ammala comincia a considerare le parole del marito e comincia a pensare al divorzio e a un nuovo matrimonio.Comincia così una sfilata di pretendenti con tutti i loro averi,tutti a far la ruota come pavoni ma lei vuole prima sistemare dignitossamente il marito.Un suo ex compagno di scuola si fa avanti e portano assieme il marito in un istituto d'accoglienza ma lui mongolo abituato alla libertà in stanze spersonalizzate e chiuse si sente come soffocato,prigioniero delle quattro mura che lo circondano e tenta invano il suicidio.Alla fine l'orgoglio di Tuya dovrà acccettare a malincuore un matrimonio non voluto (il giovane con cui ha corrispondenza di intenti dopo iniziale ritrosia non è una soluzione economicamente adeguata per il loro futuro)con grande spargimento di lacrime in un ultima bellissima sequenza in primo piano.E'un film diverso da quelli che siamo abituati a vedere,con uno stile ostentatamente classico ricco di gelidi piani sequenza.E racconta l'orgoglio di una donna sola che deve pensare al futuro,una figura di femminista antelitteram,consapevole della propria importanza ma anche perfettamente conscia dell'organizzazione sociale rigida che non permette altre vie d'uscita.E protagonista è anche la natura selvaggia della Mongolia con le sue lunghe distese di sabbia,il suo cielo grigio,la neve,i monti brulli e solitari al contrario della città brulicante di attività,di troppa gente per i gusti di Tuya e della sua famiglia.Un film duro e puro premiato giustamente a Berlino che restituisce quell'aria di purezza che tanto cinema occidentale di oggi ha irrimediabilmente perso...
non male
il giovane innamorato di Tuya
non male
una femminista antelitteram
stile ostentatamente classico
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