Regia di Stephen J. Anderson vedi scheda film
Visto insieme a un bambino. Primi venti minuti di grande partecipazione. Dopo mezz'ora saltava sulla sedia e a circa metà film lo si doveva inseguire tra i corridoi del multiplex, totalmente incurante dei destini del cartoon. La domanda è: per chi li scrivono questi film? Risposta: forse per i fratelli maggiori. Perché i bambini sotto i sei anni si stufano dopo poco. Troppe citazioni, troppo satura la storia, troppo esagerati i colpi di scena (che si annullano a vicenda). E parliamo di un filmetto neanche brutto, una specie di versione Disney, molto modaiola, di Ritorno al futuro, con al centro della vicenda un dodicenne (l'età è forse indice del target) orfano dall'incredibile inventiva. Siccome è un genio, nessuna famiglia lo vuole adottare. Finché non incontra un altro ragazzino, venuto da un altroquando, con il quale comincia ad andare a spasso nel tempo. Tratto dal libro di William Joyce A Day with Wilbur Robinson (che sarebbe il piccolo viaggiatore spaziale), il film è ineccepibile dal punto di vista formale, ma anche freddino e poco coinvolgente, come troppo spesso i cartoon di nuova generazione.
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