Regia di Eli Roth vedi scheda film
Finalmente un horror hollywoodiano (di produzione, ma non certo di contenuti) che sa graffiare senza abbandonarsi in moralismi o censure. Tra l’altro, si tratta di un’eccezione che non conferma la regola che vuole che i sequels siano peggiori rispetto al primo episiodio. Se rapportato a “Hostel”, questo prodotto si rivela anni luce superiore. Molto più perverso e più caratterizzato sia per quel che concerne i personaggi, ma soprattutto per quel che riguarda il mondo che ruota attorno alla società che organizza il “gioco”. Gore decisamente elevato con alcuni momenti da pellicola made in Italy anni ’70 (si segnala un evirazione in PP e una scena indimenticabile in cui una novella Bathory squarcia una giovane, facendosi colare il sangue sul corpo integralmente nudo).
La sceneggiatura su basa sullo stesso soggetto di “Hostel” (con la differenza che questa volta i protagonisti sono delle ragazze, anziché degli uomini), ma, come detto, caratterizza meglio il tutto. Al riguardo, sono davvero geniali le scene con i pretendenti (tutti personaggi insospettabili) che si contendono, a suon di dollari, le possibili prede, gareggiando tra loro via internet (con tanto di saldi per le ragazze menomate). Il pregio superiore però è quello di aver eliminato tutti quei tempi morti che penalizzavano la prima parte di “Hostel”. Qui tutto scorre via molto bene e con discreto ritmo.
Qualche piccolo difetto c’è. Ad esempio, non mi ha convinto molto il finale (un po’ troppo grottesco) e il mutamento comportamentale improvviso e poco chiaro di uno dei due carnefici che ci vengono presentati con maggiore cura.
Bravi tutti gli attori (piccoli e insignificanti cammei per la Fenech e Luc Merenda), ordinaria la regia di Roth con qualche spruzzatina di talento (nell’inseguimento nel bosco o in una delle scene iniziali con la moto lanciata a folle velocità).
Grandi miglioramenti anche per le scenografie dove si assiste a un maggiore sforzo realizzativo (i banali balli in discoteca sono sostituiti da un folkloristica festa Slovacca con maschere e costumi caratteristici) e a un numero superiore di location (bella quella alle terme). Very good anche la fotografia, non convince, invece, la colonna sonora.
In definitiva si tratta di un’opera crudele e sadica non certamente adatta a un pubblico di minorenni, capace di riportare il genere al fasto di un tempo con scene truci e momenti erotici in stile Jess Franco.
Citazioni a raffica (“Pulp Fiction”, “L’Ultimo Treno della Notte”, “Cannibal Ferox”, “Saw”), senza scopiazzare però. Molto molto bene: diventerà un cult. Voto: 8.5
Fa tesoro dei pregi del primo "Hostel" ed elimina i difetti che lo caratterizzavano. Allo stato attuale, si può dire che ha soppiantato il suo predecessore.
Fiacca.
Colonna sonora. Spiegare meglio il mutamento del comportamento del carnefice prima ribelle e poi psicopatico.
Un paio di minuti per lei.
Brava.
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