Regia di Eli Roth vedi scheda film
Finalmente nelle sale il thriller-horror piu' atteso dell'anno!! E nonostante le ritorsioni della critica italiana contro le esternazioni di Tarantino abbiano coinvolto negativamente anche il suo socio Eli Roth, il film non mi ha affatto deluso. E' chiaro da subito che e' inferiore al primo, ma e' anche tutta un'altra cosa. Le prime recensioni italiane oltre a massacrare il film per quel meccanismo di ritorsione cui accennavo prima, hanno anche raccontato qualche balla, del tipo "chi si aspetta la macelleria del primo, resterà deluso"
(ce n'è, ce n'è...) oppure "chi si aspetta i nudi del primo resterà deluso" (ce n'è meno ma ce n'è...). La pellicola e' molto efficace, nel senso che crea tensione ed angoscia: dunque la missione e' compiuta. Le 4 protagoniste (3 + 1: vedendo il film capirete) se la cavano abbastanza bene, e i cammei tanto chiacchierati finalmente si svelano: ma piu' che le fulminee apparizioni di Luc Merenda e della Fenech, e' il regista Ruggero Deodato a realizzare un'ospitata davvero gustosissima. E così anche Roth, dopo il suo socio Tarantino, tributa il proprio omaggio alla nostra cinematografia di serie B degli anni '70: e questo riferimento a quel decennio, che nel primo episodio non era presente, qui diventa elemento fondamentale. Cito un dettaglio, minimo ma significativo, che rende l'idea di quanto Roth (alla pari di Tarantino) sia imbevuto di cultura rock&roll: all'inizio del film una delle protagoniste sfoggia una t-shirt con il simbolo grafico (teschio e chitarre) del glorioso gruppo dei Fuzztones.
E veniamo alla (ormai trita) accusa mossa da piu' parti al regista di essere razzista nei confronti dei cittadini dell'Est, mostrati sempre in veste di portatori di minaccia e di crimine. Io la vedo un po' diversamente. Innanzitutto Roth mette sul banco degli imputati la cultura occidentale del "possesso", figlia diretta del capitalismo senza freni, in nome del quale TUTTO si puo' comprare e TUTTO si puo' vendere: perfino le vite umane. E i crimini efferati che il film racconta sono l'espressione della complicità malefica tra il capitalismo "no-limits" e quella parte dei paesi dell'Est che, venendo a patti con l'Occidente ed aspirando a farne parte, non si fa scrupoli pur di fare affari (e soldi)coi ricchi americani. Se ne deduce che la visione del mondo da parte di Roth e' improntata ad un cupo pessimismo, ma come dargli torto? Gli omicidi e le torture narrate nel film attengono alla fiction...eppure...io penso che se dei miliardari occidentali fossero disposti ad offrire somme ingenti per soddisfare gli istinti di cui si parla nel film, ebbene, io credo che non si farebbe fatica, nei paesi poveri dell'Est, a trovare chi fosse disponibile a "collaborare" e a creare ed alimentare un nuovo "mercato".
PS: C'è anche chi ha già accusato Roth di aver dipinto gli italiani come delle macchiette: beh, io credo invece che in quei coglioni che all'inizio del film si vedono sul treno intenti ad intonare cori scurrili e ad inneggiare a Totti, c'e' proprio l'essenza dell'italiano medio.
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