Regia di Krzysztof Zanussi vedi scheda film
Legata da un rapporto ai limiti del morboso col marito Manfredi, Agata scopre che l'uomo è stato incredibilmente ucciso mentre prendeva il sole sulla terrazza della loro solare e antica casa siciliana. Il killer è un drogato che vive in una topaia posta di fronte al luogo del delitto. Elaborato sommariamente il lutto, la donna tenta con lucida determinazione di andare sulle tracce dell'assassino, scovandolo in un rifugio e procurandogli la morte. Vendetta, tremenda vendetta insomma. Perché Agata - impallidita dinanzi alle confessioni del commissario che prevede per l'omicida sette/otto anni di carcere - non crede nella giustizia. Anche se alla fne sarà costretta a constatare che niente e nessuno potrà farle riavere il suo adorato Manfredi. Dispiace molto parlar male di Zanussi, autore che in passato ha percorso con sofferta illuminazione gli umani crocevia dove peccato e virtù, sacro e profano si assemblavano con determinata e religiosa visione laica. Qui, ispirandosi a un dramma teatrale, rimane imbrigliato sul palcoscenico d'origine e in una messa in scena pittorica depotenziata e asfittica. Un film che vorrebbe reagire alla decadenza e che invece (de)cade, inesorabilmente nel vuoto.
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