Regia di Krzysztof Zanussi vedi scheda film
Zanussi e Familiari purtroppo cadono a volte nel ridicolo con Il sole nero, storia che nel suo manicheismo eccessivo non trova la statura epica capace di sorreggerlo ed allo stesso tempo limita una visione in questo modo troppo schematica. I simbolismi ben vengano, ma qua sono un pò volgarizzati da dialoghi a volte improponibili, inconcludenti, anche fastidiosamente bisbigliati in modo da acuire l'udito fino allo spasimo (e inutile l'insistenza dell'anatomopatologo sulla bellezza classica di Balducci, steso sul lettino prima di essere sezionato). Nonostante le pecche di sceneggiatura, di moine amorose eccessive e di schematicità, i pregi balzano comunque all'occhio, come la cornice teatralizzante, lo stile controllato e distante che riesce a legare con la calda fotografia, la stilizzazione della città e della campagna, e alla fine resta una certa suggestione. 6
Anche Wojciech Kilar non ritrova l'intensità monolitica di altre partiture: rimane riconoscibile, ma la freschezza lascia il posto al manierismo e si avverte solo in parte la partecipazione creativa del compositore.
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