Regia di Giuseppe Ferrara vedi scheda film
Un film dall'apparenza artificiosa, con quelle finte inflessioni dialettali liguri, forzate ed approssimative, e a tratti perfino caricaturali. Ma quell'asperità di superficie è, al contempo, un marchio artistico: è la sofferta traccia dello sforzo compiuto da un esterno per aver ragione del ruvido carattere di Genova, duro come i suoi bassi fondali rocciosi, irti di ricci, mitili ed alghe pungenti. Le dissonanze della recitazione distraggono lo sguardo dalle vere manifestazioni dell'anima della Superba, che Giuseppe Ferrara ha pure attentamente seminato tra le righe: una striscia di terra schiacciata tra i monti e il mare, con un'unica grande piazza ed un unico grande ponte, ed un chilometrico dedalo di strade in cui il traffico si aggroviglia in un cappio mortale; una città divisa tra la vecchia borghesia di quartiere e l'avanzata delle masse operaie, tra pittoreschi borghi marinari e mastodontici complessi abitativi, in una tensione tra gli opposti dove nessun tipo di cultura è mai riuscito ad attecchire. Questo è un film difficile da leggere, perché dà tutte le risposte, ma si dimentica di formulare le domande, e risulta quindi illuminante solo per lo spettatore che sa già cosa cercare.
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