Regia di Gianluca Maria Tavarelli vedi scheda film
Roma, tre mesi prima di un Natale di questi tempi. C'è Pietro (Tirabassi), a cui diagnosticano un tumore al cervello. C'è Giorgio (Gassman) che non riesce a dimenticare l'ex fidanzata. C'è Andrea (Zingaretti) che ha un'amante, Veronica (Ramazzotti), e per lei lascia la moglie e poco altro. C'è Mariella (Inaudi) che piange solitaria perché Giorgio non riesce a dimenticare. E c'è Cinzia (Cortellesi) afflitta dal dolore di Pietro. C'è Paola (Finocchiaro) che non crede all'amore di Nanni (Binasco) e c'è Nicola (Papaleo) incazzato con il mondo. C'è Vittorio (Battiston) che trova in una prostituta cinese un po' di calore. C'è Iole (Cescon) psicoterapeuta che ascolta gli altri e fatica con se stessa. E c'è Irene (Milillo) che pazientemente attende nuove svolte col suo Alessandro (Renzi) provato da mille fobie. Alla fine a buttarsi nel Tevere è un altro, un uomo sui 35 con valigetta e cappotto firmato. Il disagio di una generazione, di un'epoca e di un mondo (quello occidentale) avvolge tutto e tutti. Pietro Valsecchi (e la sua Taodue) regala una chance cinematografica ai "suoi" attori, ai corpi delle sue fortunate serie televisive. E li affida all'intimista Tavarelli (il regista della fiction Taodue più intensa di sempre, Paolo Borsellino) che qui decuplica i tormenti del suo film più bello, Un amore. Lambendo ogni tanto quel tremendo film sul piangersi addosso evocato in Caro diario da Moretti, peccando in didascalismi e sollevandosi un po', qua e là, tra i pertugi di cotanto malessere.
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