Regia di Todd Haynes vedi scheda film
Tre storie. Un bambino problematico uccide il padre e vola via dalla finestra. Uno scienziato beve un siero e si becca la lebbra, che poi diffonde. Due giovani carcerati vivono una tormentata storia di sesso e brutalità.
Per il suo primo lungometraggio, Todd Haynes riparte da dove lo avevamo lasciato, cioè ai cortometraggi densi di violenza, fisica e psicologica, prodotti negli anni precedenti; lo fa mescolando insieme tre episodi che trasudano la medesima atmosfera febbricitante, delirante e a suo modo perversa. Purtroppo va subito segnalata la scarsa sostanza di tali storie, ispirate ad altrettanti racconti di Jean Genet secondo la didascalia di apertura (con sceneggiatura dello stesso regista); se la vicenda del bambino incompreso che si ribella in maniera sanguinosa e vola via dalla finestra ha quel tocco di surreale e magico in più, gli altri due segmenti risultano invece decisamente piatti e incolori: in particolare quello dello scienziato che contrae e diffonde la lebbra, palese omaggio a un cinema di fantascienza povero e immaginifico, girato doverosamente in bianco e nero, non lascia traccia nell'economia complessiva del lavoro. A metà strada si piazza l'episodio dei due giovani carcerati alle prese con un amore - con la a minuscola - brutale, ruvido ai limiti del crudele, quello più strettamente legato a Genet e che pure non va oltre alla patinata rappresentazione di un nemmeno troppo complesso rapporto sadomasochistico. Interpreti non molto noti, ma di sufficiente resa (Edith Meeks, Scott Renderer, Larry Maxwell, Susan Gayle Norman, James Lyons); Haynes, insieme a Lyons, si occupa anche del montaggio. La sua opera seconda, indubbiamente più compiuta, arriverà quattro anni più tardi: Safe (1995). 3,5/10.
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