Regia di Don Siegel vedi scheda film
"Ha seguito quell'uomo?"
"Sì, l'ho pedinato, ma quando ero fuori servizio. Ed è evidente che non sono stato io a picchiarlo"
"Perchè?"
"Perchè gli è rimasta qualche parte di faccia sana..."
[John Larch, il capo della polizia, a Clint Eastwood]
Primo capitolo, il migliore, delle avventure cinematografiche dell'ispettore di San Francisco Harry Callaghan (Callahan in originale), detto "la carogna", poliziotto rude, cinico, refrattario alla disciplina e sempre insofferente verso le miopi ingerenze dei suoi superiori: suggestiva la sua entrata in scena durante i titoli di testa, che accompagnano le indagini dell'ispettore sulla scena del crimine dove il serial killer Scorpio ha appena commesso il suo primo omicidio e dove ha lasciato un messaggio alle autorità: "Alla città di San Francisco: mi divertirò ad uccidere una persona al giorno finchè non mi pagherete la somma di centomila dollari. Se siete d'accordo pubblicate domani un annuncio sul San Francisco Chronicle e io organizzerò l'appuntamento. Se non avrò vostre notizie la mia prossima vittima potrà essere un prete cattolico o un negro" (ma il doppiaggio della versione italiana, che affiancherà a questa anche altre arbitrarie traduzioni dei dialoghi, aggiunge inspiegabilmente anche un bambino). Callaghan riesce a catturarlo, ma il procuratore distrettuale dispone il rilascio per insufficienza di prove dell'assassino: l'ispettore, allora, decide di aggirare la legalità ed inizia a pedinarlo fuori dall'orario di servizio... Ispirato (pur con numerosissime libertà) alle vicende reali del serial killer Zodiac (alla base anche del successivo e omonimo capolavoro di David Fincher), i cui barbari omicidi insanguinarono la California settentrionale tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio del decennio successivo, Dirty Harry ebbe una gestazione complessa e travagliata (e polemiche infuocate dopo la sua uscita per l'ambiguità ideologica di alcune scelte narrative): un primo abbozzo di sceneggiatura venne redatto da Harry Julian Fink e da sua moglie Rita per John Wayne, che rifiutò il ruolo di Callaghan. Lo script definitivo di Dean Riesner, dopo essere passato, nel frattempo, tra le mani della Universal, della ABC Television e, infine, della Warner, subirà, infatti, ulteriori modifiche (a cui lavoreranno anche Terrence Malick, le cui bozze verranno riutilizzate nel successivo Una 44 Magnum per l'ispettore Callaghan, e John Milius), così come si susseguiranno ininterrottamente i nomi dei candidati al ruolo di Harry Callaghan (venne proposto, prima di assegnarlo definitivamente a Eastwood, anche a Frank Sinatra, Burt Lancaster, Robert Mitchum, Steve McQueen e Paul Newman). Siegel gira un poliziesco teso ed incalzante, modello insuperato per comprendere le future evoluzioni del thriller durante gli anni Settanta, in cui prosegue la sua personale opera di rinnovamento del genere: senza lo smisurato talento del regista, infatti, Dirty Harry apparirebbe soltanto come un onesto e non troppo esaltante action movie, sorretto esclusivamente dall'incisività e dal carisma del suo divo. Il film, invece, western metropolitano amaro e disilluso nell'eleggere apparentemente garantismo e giustizialismo ad uniche vie di fuga contro l'imbarbarimento delle tensioni sociali, scorre impetuoso tra sequenze memorabili (come quella ambientata nello stadio, la rapina in banca sventata da Callaghan, la sparatoria notturna sui tetti o la resa dei conti finale) ed una messinscena di elettrizzante smalto spettacolare, ingioiellata dalla splendida colonna sonora di Lalo Schifrin (tra i suoi capolavori assoluti) e dalla scintillante fotografia del grande Bruce Surtees. Dichiara Clint Eastwoood: "Questo non è un film politico, di natura reazionaria. Si racconta semplicemente la storia di un poliziotto duro e di un pericolosissimo, pazzo assassino. Io e Don eravamo solo interessati a realizzare un film di successo e questo è accaduto". Seguiranno altri quattro capitoli (l'ultimo, Scommessa con la morte, nel 1988).
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