Regia di Don Siegel vedi scheda film
Scorpio sta per prendere la pistola, ma Callaghan lo ferma:"So quello che stai pensando, tu pensi:<Avrà sparato tutti e sei i colpi o soltanto cinque?>. Per dirti la verità non lo so neanch'io in tutta questa baraonda. Però questa è una pistola eccezionalmente potente e precisa, capace di farti saltare la testa con un solo colpo. Perciò fatti bene i conti: ti conviene rischiare?". A quel punto l'assassino inizia a ritrarre la mano per arrendersi. Ma l'ispettore in questione è Dirty Harry, uno sbirro violento, che vive il suo lavoro come una guerra e non ha nessuna voglia di fare prigionieri, per cui deliberatamente lo provoca con un "deciditi bestia" che spinge l'altro a scattare verso l'arma e farsi impallinare. Dopodiché, consapevole di aver agito per pura sete di sangue personale e dunque al di fuori dei limiti impostigli dalla legge, afferra il proprio distintivo (che incarna proprio quella legge, come un'icona sacra) e lo getta via. Il messaggio di fondo è tutt'altro che edificante, ma molto potente e solo apparentemente legato a quelle disgustose retoriche giustizialiste che il poliziesco rigurgiterà negli anni successivi: un ritratto eccessivo di un uomo brutale, conscio di muoversi oltre la linea di demarcazione della legalità, rispondendo al fuoco col fuoco. E a prescindere da questo si tratta di uno dei polizieschi più divertenti di tutti gli anni '70: una sequela irresistibile di battute iconiche politicamente scorrettissime, un killer spietato e fuori di testa senza troppe sfumature umanizzanti (che in questo caso appesantirebbero inutilmente la vicenda), un'azione gestita alla grande da un Siegel sempre sul pezzo e, ovviamente, Eastwood in uno dei ruoli più carismatici della sua carriera (e forse della storia del cinema). Il classico, ma tutt'altro che frequente, spettacolo dal quale è facile essere conquistati.
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