Regia di John Landis vedi scheda film
Episodio sbilanciato verso la farsa, che tenta malamente di ripercorrere il binomio horror-commedia ottimamente diretto da Landis in tempi ormai troppo lontani (1981: Un lupo mannaro americano a Londra).
Detective sottoposto a mobbing, per via d'una tragica circostanza, viene chiamato in causa -essendo sua competenza (è addetto alle aggressioni "animali")- sul luogo d'un macabro rinvenimento. Un uomo maciullato, a prima vista, da zoccoli di cerbiatto. Seguono altri omicidi, anticipati dalla presenza di una bellissima ragazza, che sembra -in qualche maniera- essere collegata ai delitti. La spiegazione sta tutta in una leggenda indiana.
Ridicolo (volutamente), poco credibile, e ben lontano dal celebre Un lupo mannaro americano a Londra, citato -non a caso- nell'episodio.
Landis dirige senza troppo coinvolgimento e la storia annoia nonostante qualche effettaccio (durante le scene autoptiche) ben realizzato dal Knbfx group.
Aggiunge modico valore, per chi si accontenta di vedere una bella ragazza (con seno esposto) e priva di parole, la brasiliana Cinthia Moura: ottimo esemplare di "donna oggetto" che sembra uscire da una rivista patinata, lontana dalla realtà, proprio come la brutta sceneggiatura di questo non esaltante episodio dei Masters.
P.s.: con tutto il rispetto e pur riconoscendo il valore del citato film sulla licantropia, Landis -in una serie dedicata ai maestri dell'horror- proprio non ci incastra nulla, e Leggenda assassina ne è una evidente conferma.
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