Regia di Satyajit Ray vedi scheda film
Satyajit Ray è sempre stato molto attento ai cambiamenti nella società indiana del Dopoguerra nei suoi film di ambientazione contemporanea. Questo La grande città ci propone una figura femminile di forte spessore, Arati, che rappresenta la donna indiana emancipata e indipendente: Arati in un momento di difficoltà economiche per la sua famiglia decide di accettare un lavoro come rappresentante di macchine per cucire che la impegna fuori casa, rivelandosi molto dotata e di grande professionismo, ma suscita in questo modo la gelosia del marito Subrata, mettendo a repentaglio l'armonia familiare. E' il primo film di Ray interpretato dall'affascinante Madhabi Mukherjee, che apparirà come protagonista nel capolavoro "Charulata" dell'anno successivo, ma che anche qui porta al film il dono di una notevole sensibilità interpretativa; sembra che all'epoca della sua collaborazione artistica con Ray l'attrice ebbe anche una breve relazione sentimentale col regista. Importante anche il tema della solidarietà femminile con altre donne lavoratrici fra cui l'anglo-indiana Edith, il cui ingiusto licenziamento da parte del datore di lavoro farà scattare in Arati la molla della ribellione ad un ordine sociale spesso discriminatorio nei confronti della donna. E' un'opera di fine ossevazione, come in tanti altri film di Ray, dove le traversie della coppia sono descritte con sincera partecipazione e affetto per i personaggi, anche se forse la parte finale risulta un po' prevedibile. Vidi questo film parecchi anni fa durante un soggiorno londinese al National Film theatre che è un po' un "tempio" dei cinefili britannici e organizza numerose retrospettive di indubbio valore, ma credo che in Italia sia stato passato da Fuori orario di Ghezzi. Se potete, vi consiglio di recuperare questo e altri film del grande regista bengalese.
voto 8/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta