Regia di Marcello Fondato vedi scheda film
Il tango delle capinere: fa già ridere di per sé il titolo di quella vecchia canzone, un cui verso dà il titolo a questo film. A mezzanotte va la ronda del piacere è quasi un fumetto pop di scanzonata e buffa eleganza. Sgargiante nel suo aspetto formale di ricercata sinuosità cromatica nei costumi e negli arredamenti, si basa su una storia il cui sviluppo è connotato di una indubbia leggerezza. Non è una parodia del genere legale, ma una divertita (e anche divertente, nonostante una qualche prolissità di troppo) visione, impregnata di ironia non solo sulla giustizia (giustizia ufficiale affidata a svogliati giudicanti e giustizia privata in cui riescono solo i furbi e non i fessi o i puri), essendo una commedia sull’infedeltà coniugale e sulle bugie della coppia, sul menage matrimoniale e sull’impossibilità di uccidere un innamorato.
Marcello Fondato non è mai stato un grande regista, ma aveva un certo gusto beffardo (nel film regna sovrano lo schiaffo come gesto d’amore e d’odio) e sapeva dirigere gli attori che schierava in campo: la migliore è Monica Vitti, che spiccava il volo quando le si offriva un ruolo surreale, ma anche Claudia Cardinale ha un suo candore notevole. Il tango di Vitti e Giannini è sublime. Il finale offre più possibilità. Ma in realtà ce ne frega fino ad un certo punto (anche se il personaggio di Gassman, potenziale incubo di Di Pietro e Visco, lo butterei volentieri dal palazzo in costruzione): non sarà un capolavoro, ma è piacevole.
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