Regia di Vittorio Muscia vedi scheda film
Una scandalosa timidezza impedisce a un giornalista televisivo di svolgere come vorrebbe e dovrebbe il suo lavoro quotidiano. Dopo una serie di consulti e di decisioni si affida così a uno specialista inglese, che per aiutare il paziente inventa alcune terapie scioccanti. Per esempio, quella dell'utilizzo psicologico del water, che se usata a modo, ridimensiona e livella le persone. Come dire: anche Napoleone, la Regina Elisabetta, Churchill e Fidel Castro ogni giorno devono fare i conti con la tazza del cesso. Tanto vale, dunque, non farsi problemi con nessuno. La commedia di Muscia parte da un'idea apparentemente originale (in realtà già sentita, vista e sfruttata assai in cinema come in qualsiasi altra forma di comunicazione) convinto che la stessa, da sola, potesse reggere il peso dell'intera fatica. Morale: lo spettatore non si sarebbe annoiato se la Terapia Roosevelt fosse stata circoscritta e ben sintetizzata in un cortometraggio. Nemmeno il dispiego di attori dal curriculum vario e straricco (da Raffaele Pisu a Gianfranco Barra ad Antonio Salines) aiuta il film a decollare. E Ingrassia Jr. e Barbara Tabita sono timidi almeno quanto i loro imbarazzati personaggi.
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