Regia di Dario Argento vedi scheda film
Film politicamente scorretto sulla diversità: è forse questa la definizione dell'horror? Il mostro è brutto, e pure irrimediabilmente cattivo e vizioso, e a nulla vale dargli amore. Con questo episodio televisivo Dario Argento tocca, in maniera nitida e diretta, il cuore di un genere cinematografico, riducendo all'essenziale la rappresentazione della crudeltà, fatta di carne viva e sangue, e riassumendo, nella figura di Jenifer, i canoni classici del male personificato: l'origine remota e sconosciuta, che lo sottraggono a priori alla società umana; la ferinità, che ha un aspetto ambiguo, in parte seducente, ed inganna per colpire meglio; l'impietosa serialità nell'operare, che non risparmia nessuno; l'invincibilità, che spesso si coniuga con l'immortalità e fa, del vampiro, dello zombie o dell'alieno un supereroe al negativo. Questo "Jenifer" è, scientificamente, un lavoro di rassegna privo di spunti originali, che, però, si distingue per il modo in cui da sintesi concettuale riesce a svilupparsi in una efficace unità narrativa.
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