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Il punto rosso

Regia di Marco Carlucci vedi scheda film

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La recensione su Il punto rosso

di chinaski
4 stelle

Il punto rosso nasce e si sviluppa come un progetto indipendente (sia nella produzione che nella distribuzione) e per questo, all’apparenza, coraggioso. E’ il tentativo di cercare una nuova via nel panorama economico e cinematografico italiano che dia la possibilità anche a chi non possiede budget elevati di realizzare un film.
Purtroppo queste buone intenzioni non valgono il risultato. Girato completamente in digitale Il Punto rosso, una “favola sociale”, dimostra sin da subito tutti i suoi limiti. La messinscena è completamente assente e la costruzione dell’inquadratura si risolve in un semplice posizionamento della mdp davanti all’azione che si vuole riprendere. Il montaggio, opera dello stesso regista, rasenta il dilettantismo come l’interpretazione di parecchi degli attori.
Tutto da discutere poi il contenuto del film. Sotto la maschera di un’anarchia espressiva che si vuole allontanare dalla politica circense che si scatena prima di ogni elezione si nasconde un qualunquismo ben peggiore delle parole dei nostri uomini di Stato.
La scelta discutibile è quella di dare una visione dell’Italia come la potrebbe avere l’uomo medio, quello che dice i politici “sono tutti uguali”, una massima già aborrita dal primo Moretti nel suo Ecce Bombo. Una posizione verso la quale il protagonista, Riccardo Bianchi, una volta che intraprende la sua carriera politica non si sogna neanche di dare un’alternativa. Dalla bocca di Ricky non esce una, dico una, analisi intelligente o presunta soluzione, i suoi (pochi) discorsi sono tutti vuoti e vengono espressi attraverso una serie di tagli e dissolvenze che non ci permettono mai di capirne le ragioni ma ce ne mostrano solo la forma. Alla fine la gente comune lo vota, ma rimane un mistero il motivo.
E se poi la cosiddetta autonomia produttiva si raggiunge solo con un uso pretestuoso del product placement (si faccia attenzione ai vestiti del protagonista) per lo meno che la pubblicità sia funzionale ad un racconto che abbia qualcosa da dire.
Il punto rosso è un’opera prima confusa e tecnicamente scarsa, che cerca di essere coraggiosa quando poi non ha neanche la coscienza di sapere cosa sta dicendo. Un film che finisce per omologarsi proprio a quei modelli che vorrebbe tanto criticare. Modelli che solo persone veramente qualificate (sceneggiatori, registi, montatori, produttori e attori) potranno, in futuro, cambiare.

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