Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Quando la difficoltà di chi scrive è tale che un film non si può catalogare, quanto al suo genere, è cattivo segno. Sempre, nella vita degli uomini, la combinazione fra carne e pesce, salato e dolce, freddo e caldo è un qualcosa che disturba. Come l’ennesimo film, disturbante, del regista Abel Ferrara.
Go Go Tales racconta di Ray Ruby, il gestore di un locale di spogliarelli, “Il Paradise”. Sono mesi che gli affari vanno male, anche perché Ray è ossessionato dal gioco del lotto e disperde tutti i suoi guadagni nella sua personale “droga”. La situazione economica peggiora, al punto che le sue ragazze non vengono più pagate e iniziano a lamentarsi seriamente. Non rimane altro da fare a Ruby se non progettare la più folle giocata della sua vita. Vincere o perdere tutto.
Molto kitsch, combinato alla musica dance, alle tette e culi lampadati, oggetto di indiscusso piacere da parte di turisti giapponesi che hanno soldi a palate da inserire negli slip e tanto altro.
Non ci si venga a dire che il cinema di Ferrara è surreale, è il cinema che deve venire, quello al quale i critici, stralunati come Ferrara, assegnano quattro stelle. Go Go Tales è di tutto e di più. Ma non è niente. Sarebbe giusto che ogni spettatore che va via quasi alla fine del primo tempo del film, fosse risarcito non solo del biglietto, ma anche dei danni morali, in quanto amante e appassionato di cinema, è una di quelle volte in cui è messo nelle condizioni di inquietarsi.
Giancarlo Visitilli
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