Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
Reuben Tishkoff (Gould), uno degli amici di Danny Ocean e del suo gruppo di Lupin americani, viene raggirato dal ricchissimo Willy Banks (Pacino). Ocean e i suoi decidono di fargliela pagare, portandogli via i quattro collier di diamanti vinti come premio per il miglior albergo di Las Vegas in altrettante edizioni e causando perdite spaventose al suo casinò faraonico, mettendo ko un sofisticatissimo sistema di sorveglianza.
Terzo episodio della serie basata sui personaggi creati da George Clayton Johnson e Jack Golden Russell, Ocean's thirteen imbocca da subito la strada del virtuosismo tecnologico che ha qualcosa di fantascientifico (la scena del morphing della banda per eludere i sospetti di Banks/Pacino è da antologia), sul solco dei migliori film dell'agente 007. Gli ingredienti restano quelli dei film precedenti: ironia e divertimento, totale assenza di violenza, gigioneria a gogò, trama ellittica che a tratti diventa incomprensibile, riferimenti al cinema poliziesco degli anni '60 e '70, con tanto di split-screen e una colonna sonora davvero memorabile. Meno verboso dei primi due, ma anche meno ironico.
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