Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
Perche' continuare con le avventure di Danny Ocean e compagni? Ovvio, per raggranellare qualche facile soldino, che il regista Steven Soderbergh e il suo compare George Clooney possono poi utilizzare per finanziare qualche altro progetto "sulla carta" piu' ambizioso e riuscito, ad esempio "Good Night, And Good Luck". I discorsi sul (presunto) talento e sulla versatilita' del regista, capace di passare (abilmente ?...poco) dai piccoli film a blockbuster come questo, mi convincono molto poco. E soprattutto perche' andare a vederli questi film? In effetti c'e (ironicamente) da chiederselo... Solo perche' ogni tanto si cerca di passare una serata in compagnia a vedere, senza tanti pensieri, un semplice (e simpatico ?) film d'intrattenimento. Se poi tra gli attori c'e' qualche presenza della serie ..."mi rifaccio gli occhi"...per alcune (o alcuni) tanto meglio. Bisogna pero' riconoscere che almeno "Ocean's Thirteen " rispetto al secondo "fetecchioso" episodio, ritrova quanto meno il giusto ritmo, perche' il film scivola via (e sottolineo..."scivola"...le immagini sono di quelle che si guardano e dimenticano in fretta...) bello veloce. Il ritorno dei nostri "amici" in quel di Las Vegas (per soccorrere il vecchio Elliott Gould) ha sicuramente giovato. Infatti il film in alcuni momenti riesce a colpire con qualche bella battuta e quindi, seppur a corrente alternata, anche a divertire. Come ad esempio nella scenetta sul finale di cui e' vittima manco a dirlo Andy Garcia.
Purtroppo la narcisistica regia di Soderbergh e' pero' a tratti irritante. Perche' se infatti l'uso insistito dello "split screen" e' comunque funzionale al racconto, del tutto inutili e fuori luogo sono invece molti altri suoi "tocchi autoriali", vedi ad esempio l'uso della camera a mano, in momenti tutto fuorche' concitati. Qui non siamo certo dalle parti di "Traffic", non ha alcun senso dunque "quello stile" per un film che e' solo puro intrattenimento. E piu' che evitabili erano da parte sua le divagazioni delle (irritantii a ben guardare) sequenze di rivolta "pseudo finto sociale" in Messico, appiccicate al film in modo piu' che furbetto.
Del cast, piu' divertito che azzeccato, non fanno piu' parte Julia Roberts e Catherine Zeta-Jones, liquidate velocemente e giustamente senza inutili spiegazioni. Le nuove entrate sono la brava Ellen Birkin, la donna manager del Boss, per il quale hanno invece scomodato nientemeno che Mr. Pacino (...ora lo sappiamo, anche gli Dei devono campare ed arrivare a fine mese...) nel ruolo appunto dell'infame furfante di turno. Ma tutto ruota intorno al personaggio di Ocean e Clooney, strafottente ed impagabile come al solito, sembra nato apposta per interpretarlo. Brad Pitt e' solo una (inutile? Forse...ma che figo !) spalla e attraversa il film con il suo disarmante sorriso come se in realta' si trovasse non tanto su di un set quanto ad un party di moda. Ma in fondo "Ocean's Thirteen" piu' che un film non e' forse una (esclusiva) festa ? Matt Damon partecipa autoironico al gioco con naso finto. Tutti gli altri sono semplici comprimari, fraternamente uniti in una banda simpatica e degna di quella di Robin Hood. Voto ...generoso...6
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