Regia di Michael Moore vedi scheda film
Oh noi esseri privilegiati, cullati dalla pubblica sanità
Oh noi ingrati che osiamo lamentarci per un ticket o per una fila al pronto soccorso
Possa colpirci un fulmine ogni qual volta azzarderemo aprir bocca non per elogiare ma per deplorare
Questa breve ode possa servirci come monito per ricordarci che esistono persone al mondo che, non potendo usufruire della sanità pubblica, sono obbligate a pagare profumatamente anche solo per una visita in ospedale o per due punti di sutura; peggio ancora spesso, se non possiedono una regolare assicurazione sanitaria, dai costi non esigui e dalle ferree leggi che le regolano, gli vengono negate le opportune cure e vengono letteralmente sbattuti per strada come pacchetti privi di destinatario.
Non sapete di cosa sto parlando? Allora il documentario di Moore fa proprio al caso vostro. L’irriverente regista americano, nel lontano 2007 (quindi mentre leggete questa recensione magari (MAGARI!) le cose nel frattempo sono migliorate) decide di scandagliare il sistema sanitario degli USA analizzando dall’interno, attraverso testimonianze dirette di uomini e donne assicurati e non, che hanno avuto a che fare con la sanità americana.
Quello che ne viene fuori è a dir poco sconvolgente. Se verso i pazienti che non hanno assicurazione medica, i dottori si comportano come se nemmeno esistessero, nel caso di coloro che risultano invece essere regolarmente assicurati, sono le compagnie stesse a rendergli la vita impossibile. Tra diagnosi ridimensionate, esami negati e richieste di risarcimento, che le compagnie richiedono ai paziente nei rari casi in cui gli vengono concesse le dovute cure, per patologie inizialmente non dichiarate e spesso irrilevanti, il quadro generale che ci viene mostrato, ci indica un sistema marcio in cui a guadagnarci sono sempre e solo le major assicurative, il cui profitto finisce spesso per riempire le tasche anche e soprattutto dei politici, motivo per cui, quando qualcuno ha il coraggio quantomeno di proporre una risoluzione pubblica della sanità, per offrire a tutti uguali diritti in campo medico (nella storia americana sembra che a parlarne sia stata solo Hillary Clinton), lo stesso, o nello specifico caso, la stessa, viene messa a tacere con un lauto gruzzoletto, lasciano che le cose restino vergognosamente intatte.
Michael Moore, nel suo modo unico di fare documentati, ci conduce in un abisso di contraddizioni e brogli da cui non scampano nemmeno gli eroi dell’11 settembre, anche loro vittime di un sistema sanitario che sembra far acqua da tutte le parti.
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