Regia di Michael Moore vedi scheda film
Esiste un Americano grasso, ma felice: si chiama Michael Moore. Ed è tronfio di sè stesso e dei suoi metodi inquisitori da barzelletta, della sua impreparata ricerca, delle sue inchieste dalla tesi prestabilita: un affabulatorio e saccente investigatore che assomiglia più a Topolino che a Sherlock Holmes. Se state a sentire i film di Moore, tutto il mondo sta meglio degli Usa e la colpa è di un uomo solo; aggiungere risate di sottofondo però non aiuta la credibilità di un documentarista. Si tratta soltanto di spettacolarizzare il dolore, speculare sulle morti altrui: spietata demagogia disinformata e che per scelta nega il contraddittorio. Peccato che si volesse trattare un problema vero, serio, esistente e gravissimo come quello della mancante assistenza sanitaria pubblica negli Usa. Invece finisce tutto in un grottesco luna park dove Moore conduce sghignazzando grassamente una giostrina di freak a cui mette in bocca patetici e banalotti slogan anti-Bush.
Se gli Americani sono grassi, malati e tristi è (ed è sempre stato) solo colpa di Bush. Bè, anche un po' di Nixon, eh.
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