Regia di Chang-dong Lee vedi scheda film
Dopo aver perso il marito, Shin-ae parte con il figlioletto Jun per Myriang, città natale del defunto consorte, dove intende stabilirsi per vivere, in sua memoria. Apre una scuola di piano e prova ad inserirsi nel tessuto sociale, ma un nuovo dramma sconvolge la sua vita. Avvicinarsi alla chiesa locale sarà di breve conforto perché ben presto si sentirà tradita anche dal nuovo credo religioso.
È un film lungo ed intenso questo di Chang-dong Lee, caratterizzato dal dramma centrale della storia e dall’ambiguo rapporto che la protagonista instaura con la chiesa e la religione. La parabola della donna che cerca soluzioni che sembrano promettere una via d’uscita alle sue grandi sofferenze si sviluppa in un crescendo di sofferenza che la porta fino al limite della nevrosi. La nuova città e la nuova religione si riveleranno strade tanto semplici quanto inadeguate e addirittura traditrici. Allora una volta arrivata vicino all’abisso non le rimane che ricominciare da se stessa; prendersi cura del proprio aspetto significa prendersi cura della propria persona in toto, ed è questa l’unica possibilità che ha per proseguire la sua vita destreggiandosi tra i drammi.
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