Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film
L’ultimo, inconsueto, Sokurov non poggia sulla ricerca formale come alcune delle sue recenti pellicole, e anzi ha uno stile relativamente piano, a parte per la colorazione appena dorata del giorno e lo scolorito bianco e nero della sera. Una scelta adatta a seguire i ritmi lenti della sua protagonista, una nonna dalle giunture un po’ scricchiolanti che si reca in visita al nipote sul fronte ceceno. Aleksandra non si lascia intimidire da nessuno, dice quello che pensa e lascia persino il campo per visitare il villaggio vicino, dove si confronta con una signora della sua età. Giustamente Fornara (“Cineforum” n. 465) ha parlato di un film «di sicuro contro tutte le guerre (in generale), ma che non è sicuro sia contro questa specifica guerra». Eppure Aleksandra è in fondo la madre Russia, e quando si confessa all’altra signora, in uno dei passaggi più toccanti, racconta di aver avuto un marito opprimente ma di essere ora libera, senza più il dovere di aiutare il prossimo, aggiungendo poi di essere stata sciocca a venire fino a lì. In Cecenia.
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