Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film
Lasco e pedante, ma ammirevole per il realismo che non esclude la cura formale. Potrebbe rappresentare una svolta nella carriera di Sokurov. Si ha l’impressione che l’Autore russo abbia voluto porre le conquiste formali (specialmente sul piano figurativo) delle sue precedenti opere al servizio dell’urgenza di invocare una soluzione tanto rapida quanto pacifica alla crisi cecena. Parrebbe un film femminista, in realtà c’è grande rispetto e compassione anche per il “militarista” universo maschile. Sokurov riesce abilmente a farci sentire gli odori che caratterizzano l’ambiente nel quale si muovono i personaggi. Al solito, le figure umane sono un tutt’uno con l’ambiente in cui sono immersi (in questo caso con l’aspra materialità degli ordigni di guerra). Notevole la protagonista, che va ad aggiungere un nuovo quadro alla galleria di “madri” che ha fatto grande il cinema russo.
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