Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film
Sokurov è il poeta dello spaesamento e un viaggiatore dei sentimenti. L'umanità dei suoi film appare divisa per età, sesso, condizione ed appartenenza etnica, ma sembra alla disperata ricerca di uno spunto per riscoprirsi unita. Le sue storie si aprono su un mosaico di differenze ed un reticolato di distanze, però si chiudono sempre su un fascio di inattese e misteriose alleanze. Il finale risolve le avversioni ed i conflitti, e, al contempo, intesse la trama di un ineffabile enigma. Solo i criteri che creano separazione si traducono in parole (russo/ceceno, giovane/anziano, uomo/donna, militare/civile), secondo una classificazione generale, e quindi semplicistica ed inesatta. Indefinibili sono invece i motivi che avvicinano, stabilendo, tra due persone, un profondo, irripetibile ed insondabile legame. In "Alexandra" il regista si diverte, a questo scopo, a giocare con gli estremi opposti, sfidando le convenzionali logiche delle affinità: le sembianze esteriori, la lingua, il modo di vestire sono solo trascurabili varianti della forma, che ingannano la vista con cangianti iridescenze, come le superficiali sfaccettature di un'unica, grande anima universale.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta