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L'uomo di Londra

Regia di Béla Tarr vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'uomo di Londra

di mck
9 stelle

L'abissarsi nella luce panica del noir in una zona (come in Simenon) privata del superfluo, oltre la morale, senza epifanie. La dolorosa consuetudine dell'ordinamento umano che, orfano di dottrina e controllo, sfrutta l'umano. La Storia, in tempi di crisi perpetua sempre pronta a incoronare Pétain a Vichy, scorre invisibile e determina inesorabile.

 

 

...che poi sarebbe l'uomo ( il Commissario dedicato ) dell'uomo di Londra, Mr. Mitchell.

 

Simenon a Dieppe ( location Corse ( Bastia ) ed est europee ), dove Montgomery ( immensamente più volpe, lupo, lince, aquila di Rommel ) non fallì il raid però solo perché non poté, trasferito sul fronte Nord Africano a far man bassa d'italiani allo sbaraglio, ma Mountbatten si, facendone un maciullato tesoro di acciaio e carne buono per la futura di lì a poco Normandia ( LeHavre, altro 'titolo' imprescindibile di questi anni a cavallo di Zero e Dieci, è a 100 km a sud-ovest di Dieppe), da Rutter a Jubilee, col compito di sottrarre soldati tedeschi alle loro fila schierate verso Mosca, alleggerendo così il compito di Stalin ( che comunque ben si ricordava della seconda volta nella polvere di Napoleone...e di quant'era grande il Soviet fino alla Siberia ed alla Kamchatka...che avrebbe prima durant'e dopo provveduto a riempire di suoi stessi connazionali ), non riuscendo a spostare un solo crucco dal fronte russo alle coste del nord della République, ma controproducentemente facendo rafforzare le fortificazioni dirimpetto all'Inghilterra, ecco Tarr Béla, alfiere sull'altare del piano-sequenza.

 

...no country for old man / mccarthy-coen, frantic - the ghost writer / polanski, the killing / kubrick, triple agent ( m'anche L'Anglaise et le Duc e Les amours d'Astrée et de Céladon ), le havre / a.kaurismaki, flandres / b.dumont, the good thief / n.jordan, the third man ( g.greene, o.welles, c.reed, j.cotten ) ovvero : contro il caos...che non sempre significa a favore degli esseri umani...o meglio : a sfavore di alcuni e a favore d'altri per opera di quest'ultimi...

 

 

La trama, la sinossi, i fatti, le pedine in gioco = Una compravendita in/a nero, due ladruncoli, un risolutore, un terzo incomodo...ed altre vite di contorno...

 

1.  ( Scambio )  Passaggio. Lancio, staffetta, e ( doppio : oggetto valigia e soggetto lavoratore impiegatoperaio ) Testimone.  Sigaretta.

  Dal belvedere della torretta d'osservazione, smistamento e controllo : rotaie al molo sul fronte del porto, figure al pontile sbarcano discendedo la scaletta-passerella e salendo sul predellino in carrozza.

  Non è il Rex, non è il Titanic, non è l'Exodus, non è la Nostromo, non è il Beagle, non è la Discovery, non è la Partizani di Lamerica, non è l'Orca di Jaws, non è Bitter Moon, King Kong, la Passeggera, E la nave va... le più piccole dirigile al fiume / le più grandi sanno già dove andare... come Llewelyn Moss nel 1980 reduce dal VietNam ( o nel 2010 reduce da IraqAfghanistan ) a caccia di gazzelle in Texas, una valigia piena di soldi dopo un massacro ( in the Killing di K. n'è causa dispers'al vento d'eliche ), prima che Anton Chigurh si metta sulle sue di tracce...

 

2.  Goccetto, bicchierino in cabina.  Colluttazione per rapina con omicidio colposo di primo grado.  Se ne va senza bottino che nemmeno neanche immagina.  Goccetto, bicchierino all'hotel-cafe.

 

3.  Discende, lascia il suo Posto di osservazione-lavoro-smistamento.

  Senza un carrello-zoom in avanti a seguire, la figur(in)a sullo sfondo, dentro-fuori dai coni d'ombra e luce, lancia una cima con gancio in resta e Recupera di lenza con la picca... ( e al terzo suon mette la lancia in resta : orlando furioso - ludovico ariosto - polinesso e rinaldo in campo )

  Esce dal quadro, per ultima la...lancia che s'è piccato di ri-portare per la bisogna, la sirena che ancor'risuona, la risacca che scroscia.

 

 

4.  Apre.  the killing / no country for old man : Pulp Fiction ( senza bagliore luccicante ) Rivelato...

  Distend'e poggia, conta ed asciuga  ( W. Friedkin, M. Mann ).

 

5.  Vista panoramica sul profilo dell'affaccio al mare del centro storico, lumi e campane.

 

6.  La bocca della cabina di 'regia' ripresa dal basso...che sembra la botola d'esecuzione in procinto d'aprirsi dispensando la condanna e spalancandosi lasciando precipitare dondolante ed appeso l'impiccato... ( llwelyn moss...)

 

7.  Straniero.  Nuca.  Locanda.

  Tre elementi sempre presenti in Tarr : Satantango, le Armonie, il Cavallo...

 

8.  Passeggiata con Inseguimento-Pedinamento per i vicoli dell'angiporto ( Kaurismaki, o un Guédiguian ... agli Antipodi ) : un cul-de-sac, un'impasse a " sbrogliarsi "...

 

 " Lo sapevi che fanno lavare il pavimento ad Henriette ? Passa lo straccio, e chiunque può guardarle il culo. "

 

 

Tutta la sofferenza del mondo, in una frase, in uno sguardo, in una natura morta, sempre Riconoscibile, Assimilabile e non espellibile, in Tarr :

Henriette (Erika Bok), abbandonata, china in ginocchio sul pavimento tra il secchio e gli stracci :

il suo personaggio non vuole e non cerca un'importanza ulteriore all'interno del narrato, Tarr non le consegna questo ruolo, Henriette vuole solo essere quello che è, come valenza e persona(lità) : il suo essere spazzato via dalla storia, e dalla Storia, testimonia l'uso onesto che ne fa Tarr.

 

9.  Tilda  [ vedasi l'omonima playlist di @angelina del 09-05-2012 ]

  Un'invasione di luce.  Un reimpostare gli scuri, un collimar di persiane, un mimar d'imposte le tenebre, un banchetto di luce che s'impersona in una natura morta, in ombra, ...spenta...

 

10.  Lampadina.  Risveglio.  Lampione.  Appostamento.

  En plein air  =  Campo - contro campo, stacco ? No, sacro Movimento di Macchina... 

 

11.  Erika Bók ( Shelley Duvall + Bryce Dallas Howard ), musa di Tarr.

  Una scena a tre che pontifica, in senso buono, tra le armonie del satantango e l'eclissi permanente del Turin Horse : ancora Brutti, sporchi e cattivi, piccini, miserabili e ultimi : un Padre ch'è talmente insicuro da dover dire : " chi è che porta i soldi a casa ?! ", una madre che, chissà perché, m'ha ricordato il personaggio di Margherita Buy nel capolavoro di Virzì " Caterina va in città ", ed una figlia che altrettanto, ma qui gli esempi si sprecano, m'insorge accostamenti con la stessa Alice Teghil, con Carrie, con la Ree di D. Woodrell in Winter's Bone ( il suo ossimoro doppelgänger ), con Cenerentola, con l'Assommoir, con Mouchette, e ancora e ancora e ancora...

  Qualcosa si è guastato...

 

 

12.  Torretta : osserva, l'osservato.

 

13.  Barchetta : cala, draga, pesca, sonda... ( il complice dell'assassin(i)o, od egli stesso )

 

14.  Armonie, traiettorie del biliardo, folle danza delle sfere celesti.  Domande.

  Confronto n. 1

  " Pitch Black ".  Che la Torre muova in Arrocco ?  Il pedone, un mezzo alfiere, fugge.

 

15.  Esce.  Tre pale d'altare di luce.

 

16.  Cammina.  Che i fari sono (più) utili (delle chiese).

 

17.  Entra.  Non ho letto il romanzo breve di Simenon, ma in questo piano sequenza lo...riconosco... ( e Zola, certo...) ( e Ciprì e Maresco...)

  Qualcosa si riscatta, tenta...

 

18.  Fisarmonica.  Piccoli momenti di ciò che noi per adesso chiameremo felicità.

 

19.  Money.  Pour le Dimanche...

 

20.  " Lasciami perdere...! " - " L'ho fatto...per 25 anni...! "

 

21.  Incidente probatorio.  Ricostruzione dei fatti in situ - indagini preliminari in loco - accertamenti sul posto - raccolta prove visive, metriche, fisiche, e traiettorie...

 

 

--- { ...e intanto, io spettatore, penso ad 'altro', alla vita, al cinema, ad un collo di pelliccia, ad un viaggio a nord, ad un libro...qual'era...e poi che c'entra...ah si...l'equipaggio dimenticato, di francisco goldman, penso che se dai tempo al tempo non lo riavrai più indietro, penso al senso fine primo ed ultimo primario significato della vita ch'è ovvio, ovviare alla morte : Zola ( 'come' steve jobs, agli studenti ) : " La scienza ha promesso la felicità? Non credo. Ha promesso la verità, e la questione è sapere se con la verità si farà mai la felicità " ... via via fino a Benjamin Franklin [ scienziato e politico : fantascienza utopico/distopico/ucronica ? No : passato ] : " i Fari sono più Utili delle Chiese " } ---

 

...il tempo di sbollire...

 

22.  Confronto n. 2

  Riemersione della 'verità', e del cadavere.  ( Eastern Promises, ma senza infiltrati, con qualche...the Departed )

 

23.  Confronto n.3

  ...assoluzione e delitto / lo stesso movente...

 

24.  I fari sono più utili delle chiese.  Intruso,1

 

25.   Sporta.  Intruso,2 ( llwelyn si fa chigurh, m'ha la chiave )

  ...e se in McCarthy erano Llwelyn Moss e la ragazza incontrata, raccolta, accompagnata sulla strada e per la via fino al motel a sparire, a morire tra due capitoli, senza lasciare tracci'alcuna [forse il climax 'interrotto' più tremendo di questi anni, restituito traslato (dico: 'in parte', perché avendo letto precedentemente il romanzo me lo aspettavo al varco, il Momento...) dai Coen] della loro fine, di quel Momento, qui è il complice superstite del duo di ladruncoli-rapinatori-aggressori-taccheggiatori ( marito della vedova cui spetta il di lì a poco finale luminoso-cieco, blindato di luce ) a deceder'e spegnersi dentro/fuori campo - in campo nascosto -, con lo spettatore relegato all'esterno del capanno degli attrezzi.

 

 

26.  Restituzione ( money ).  Confessione ( theft & murder ).  Restituzione ( corpse ).

 

27.  Andata.  Climax = Trailer ( latente ).  Tragico e ridicolo.  E ritorno.  In fila con distanza di sicurezza, di non 'offesa', d'inintrusione.  De reditu, nostos : irrimediabile... ( ma se i soldi tornano in mano, le colpe, l'intenzione, i moventi, l'azione non arrivano a destinazione...)

 

28.  Touch me too.  Spartizione della percentuale di ricompensa.  Please Madame, I beg you...  Madame...take care of yourself.

  Legittima difesa : la récompense de Mitchell.  Se la/lo merita.

  E s'oblii la storia.

La restituzione, l'esplicitazione della Progressione ( nulla, totale ) nella/della narrativa di Simenon.

  SpotLess.

 

 

Una Caduta nel Genere Noir, una Caduta nel Bianco ( l'inverso di "A Torinói Ló" ) di H.Melville e E.A.Poe, in una Zona oltre la morale, definitiva, SpotLess, appunto ( luce 'Naturale', contro ogni illuminazione artificiale tipica del Noir, un kubrickiano f/0,76 sparato contro il sole, o una lampada, o un volto ) in grado di ''uscire'' dal Noir, dalle meravigliose gradazioni di James Wong Howe, Nicholas Musuraca e Lucien Ballard, che ne sancirono le convenzioni 'almeno' a livello di ombre e luci...     

 

Hitchcock e Rohmer, Welles e Kubrick. Il Cinema ( the Drama ) è la Vita con le parti noiose tagliate + il Controllo Totale dell'Artefice. 

 

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Postilla (Dicembre 2013) :

 

Cos'è questo "A Londoni Férfi" nel corpo d'opera complessivo - che forse, volendo ormai credere all'addio, pensarlo come autentico, potremmo definire completo - di Tarr Béla ? E' una sorta di sosta, un ripiego, un appiattirsi sul genere ? Men che mai. E' un'immersione completa nel genere, ponendo in atto da subito un'azione di ''superamento'' dello stesso, scardinandolo dall'interno e da subito dai suoi dogmi costituenti, usandoli come puntelli per inerpicarsi meglio sulla montagna che si sta cercando di scalare mentre la si erige, ma non come pilastri portanti ? Si, anche, anzi in larga parte, ma non solo.

E' senz'altro un film meno accessibile di suoi altri, meno legato ai Segni Primari del Cinema e agli Eventi routine quotidiana e/o di portata sociale, straordinaria, allegorica e profonda ma comunque riconoscibile che pervadono le sue altre opere. Da questo PdV, il film che viene subito dopo, a porre la parola fine, è il suo diretto opposto : il sigillo violato di una Risposta che non può avere Concepimento, l'atto terminale della Ricerca del Vello d'Oro, campi di grano ormai secchi e sterili, lo scoperchiamento del Vaso di Pandora, una Lanterna Magica che contiene solo cenere, una brace che si spegne, insomma, "A Torinoi Lo" : una pellicola di una semplicità esibita e incontestabile, pur essendo, ad un livello fenomenologico, pura filosofia.

"A Londoni Ferfi", sempre di un rigore abissale e di risonante spessore, al confronto

- riporto qui un passaggio di un commento di EightAndHalf in coda alla sua opinione al film col quale sono in larga parte d'accordo, pur discordando su alcuni particolari, come ho cercato di disporre qui sopra e qui sotto, e sul giudizio complessivo su "A Londoni Férfi" : "Dopo 'Satantango' Tarr si è sempre rinnovato : mai si è visto simile approccio ai personaggi come nelle 'Armonie', mai si era parlato di caos e di irrazionalità in termini così politici (molto più evidenti che nei mentitori di 'Satantango'). 'Satantango' scavava nell'uomo, le 'Armonie' scava nelle sue sovrastrutture. Così 'Il cavallo di Torino' è la fine, quella semplicemente annunciata da 'Satantango', ma che allora era solo dura inerzia, e adesso è in rotta di collisione. 'L'uomo di Londra' è un ibrido, ha un po' dell'uno e un po' dell'altro, lascia poco spazio all'immaginazione nell'ambito dei simboli e potrebbe essere considerato 'innovativo' per il suo attenersi maggiormente alla realtà (come si faceva nelle 'Armonie' realizzando un equilibratissimo compromesso)" -

è un film altamente complesso ( potrei citare, tra gli ultimi di questi anni ( fra quelli che ho visto, bene o male ) "My Son, My son,  What Have Ye Done" di W.Herzog, "the Master" di P.T.Anderson, "Cosmopolis" di D.Cronenberg, "Holy Motors" di L.Carax, "Faust" di A.Sokurov, "Antichrist" di L. Von Trier, "Caché"-"il Nastro Bianco" di M.Haneke, quasi tutto de Oliveira...), che per la Sostanza trattata può essere accomunato, grossolanamente, alla prima parte della carriera di Tarr ( una questione di sinonimia contenutistica, non di stile ), mentre per la Forma con cui è espletato lo si riconduce, pur sempre con un metro di giudizio a maglie larghe, senz'altro all'ultimo periodo ( una questione di sinonimia  stilistica, non di contenuto ), ove "Satantango" è un film sulla Famiglia, sulla Comunità, sul Paese, "Werckmeister Harmóniák" è un film sulla Società, sulla Storia, e "A Torinoi Lo" è un film sulla Fine della Storia, sul Mangiare e sul Bere, sulla Terra da Abitare : in fondo...è un western : una frontiera che ti viene incontro, che restringe l'orizzonte : pascoli aperti contro filo spinato, il progresso e lo sviluppo che si e ci divorano tentando di combattere l'Entropia invece di entrare in simbiosi col fenomeno equilibrando le forze in gioco.

"A Londoni Férfi" è un film volutamente ( quasi del tutto, specie in confronto alle Armonie ) senza pathos, senza ''epifanie'', che non siano - come in Simenon - sottratte di tutto il superfluo : l'Uomo di Londra non 'lavora' come gli altri Tarr del periodo. Paradossalmente, la scena cardine delle Armonie contiene in sé il proprio disinnesco, il proprio ritorno coi piedi per terra , e ''spiega'' la costruzione-costituzione di ''l'Uomo di Londra'' : si consideri il Momento, il climax centrale delle Armonie, che arriva a esemplare spedizione punitiva avvenuta, a pestaggio effettuato : se gli fosse accaduto d'essere il primo, al vecchio degente, sarebbe stato massacrato : quelle persone cercavano un alibi, uno spegnersi, una scusa, un salvacondotto per la loro residuale, misera moralità : il vecchio viene lasciato stare, gli uomini recedono e se ne vanno : bella forza, grazie tante : gli uomini armati di bastoni lasciano il campo al loro disastro, ma la MdP rimane, ferma, resta, ancora un poco...ancora un poco... Ecco, l'Uomo di Londra lavora tutto su questo non-visto... E' il fuori campo di tutti quei momenti : si dedica alle cose che restano dopo che il circo Barnum se n'è andato ( dagl'imbonitori di piazza passando per i forconi pentastellati e celticocrociati alle campagne elettorali di nuove albe dorate).

In "A Torinoi Lo" è la meccanicità della Natura Umana e del Pianeta ( del sistema solare e delle sovrastrutture che perdono coerenza e forze armoniche d'equilibrio in Werkmeister ), del Lavoro Quotidiano ( quel lavoro oggi così estraneo ai più come un può esserlo un viaggio interplanetario ) che conta : l'Apocalisse è solo il companatico del film, se ne può fare a meno : se il quotidiano è già collassato, cosa vuoi che sia affrontare la Fine del Mondo. Da questo PdV le Armonie è un film ancora più terrificante. Eppure è proprio quella meccanicità, quel residuo di ''forza bruta'' vitale che ottusamente spinge a masticare la terra cruda e le gambe del tavolo, all'occorrenza, che ha fatto superare alla razza umana ( bene per noi, male per altre creature ) periodi terminali. Il lascito di "A Torinoi Lo" è una cocciuta speranza. Non si può non provare empatia per le bestie ferite del film, e anche per il cavallo.

Tutto ciò in "A Londoni Férfi" sembra collaterale e viaggia sotterraneo e in disparte, ma è comunque presente : c'è una dolorosa consuetudine, la Direttrice Primaria dell'Ordinamento Umano, sfruttamento dell'uomo ( e della Terra, da Satantango passando per le Armonie al Cavallo ) da parte dell'uomo, il governo dell'arbitrio...che ha perso rotta e timone : è la Storia --- non ultima nello specifico quella Ungherese ( ma anche la Francia di Simenon ( il Romanzo è del 1933 ), in piena crisi  - e chi no - economica e politica, pronta ad incoronare P.Pétain a Vichy ), lo smantellamento postumo ( 1956...1989 ) della Cortina di Ferro, orfani di Dottrina e Controllo, in balìa di un capitalismo senz'alcuna maglia Marxista ( e quando mai e dove mai c'è stato ciò...) a gestirne l'irruzione --- che scorre invisibile e determina inesorabile.

 

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#  Dedicato in esergo a Humbert Balsan, da attore ed aiuto regista per Bresson a produttore { Trintignant, Ivory, Chaine, Suleiman, Nasrallah, Denis, Von Trier, questo suo ultimo infine, di Tarr [ penultimo per il regista magiaro, che per altre Scelte ed altre Vie deciderà di fermarsi cinematograficamente con " A Torinói Ló " (2011) ] }, la cui figura verrà traslata da/in " le Père de Mes Enfants " (2009), secondo film e mezzo di Mia Hansen-Løve - da enrico ghezzi accoppiato in una notte di fuori orario e trasmesso prima di " A Londoni Férfi " (2007) -  dopo che la sua opera d'esordio, " Tout est Pardonné " (2007), che doveva essere prodotta da Balsan, per forza di cose lo è stata d'altri esecutivamente.     

 

#  Regia : Co-firmata con la sodale - e compagna di vita - Ágnes Hranitzky che si occupa anche del montaggio ( beh, non è certo the Wild Bunch o Raging Bull...) e di parte delle scenografie.

 

Soggetto : George Simenon - l'Homme de Londres, 1933

Sceneggiatura : Co-firmata con László Krasznahorkai.

Musica : Mihály Vig.

Suono : György Kovács.

Fotografia : Fred Kelemen.

Steadicam : Marcus Pohlus.

Ri-doppiato Fellinianamente in post-produzione.

Produzione : 2003 --- 2007

 

* * * * ½ (¾)    

 

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