Regia di Béla Tarr vedi scheda film
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L'abissarsi nella luce panica del noir in una zona (come in Simenon) privata del superfluo, oltre la morale, senza epifanie. La dolorosa consuetudine dell'ordinamento umano che, orfano di dottrina e controllo, sfrutta l'umano. La Storia, in tempi di crisi perpetua sempre pronta a incoronare Pétain a Vichy, scorre invisibile e determina inesorabile.
leggi la recensione completa di mckMattonata minimalista ungherese di una lentezza esasperante per di più in bianco e nero, inquadrature statiche, atmosfere a volte sulfuree, un film di concetto senza alcuna parvenza di suggestionalità. INGUARDABILE.
commento di Utente rimosso (Pandacattivo)Come ha già detto Zombi, meno male che esiste il fa
commento di wang yuVoto 6. [07.04.2012]
commento di PPcosa ne penserebbe Simenon, autore dell'omonimo romanzo? All'inizio c'è la fedeltà a una tensione che riconosco nel testo, ma poi le azioni di Tarr divengono rarefatte, sospese, assenti.
commento di urios