Regia di Fatih Akin vedi scheda film
Fatih Akin - come già aveva fatto nel bellissimo La sposa turca - canta in Ai confini del paradiso la sorte di persone divise tra Occidente e Oriente, tra Germania e Turchia, nelle strade affollate di città - Amburgo e Istanbul - per molti versi pericolose, ma comunque due facce della stessa medaglia, cercando approdi che paiono inesistenti. In Ai confini del paradiso entra in gioco la dimensione politica, la lotta per le rivendicazioni sociali: ma ad Akin sembra interessare di più la dimensione esistenziale, la solitudine in cui si imbattono i suoi personaggi, di cui la lotta sociale è solo un riflesso indiretto, peraltro destinato ad esasperare - come le vicissitudini del film dimostrano - la violenza già presente, ad aumentare il caos e non a spegnerlo o a ridurne l’impatto sulle esistenze dei singoli.
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