Regia di Fatih Akin vedi scheda film
Il film, girato da Fatih Akin nel 2007, racconta l’inutilità di ogni nostro progetto, di ogni programma per il nostro futuro, essendo il destino individuale dominato dal caso, che si fa beffe delle personali aspirazioni, delle speranze e dei propositi che non troveranno attuazione neppure quando sembrano vicinissimi a essere realizzati.
Il paradiso non ci sarà per nessuno, né per chi ha creduto di costruirsi una vita tranquilla, né per chi ha sperato nella rivoluzione né per chi ha voluto aiutare un’amica o la persona amata.
Gli ostacoli non vengono dalle situazioni più banalmente ovvie, ma da fatti inaspettati che colgono di sorpresa e del tutto indifesi i personaggi: così moriranno a Brema la prostituta curda Yeter (Nursel Köse), quando credeva di essersi messa in salvo, e a Istanbul Lotte(Patrycia Ziolkowska), la giovinetta uccisa da un bambino, crudele e inconsapevole strumento del caso.
I desideri dei personaggi rimangono sogni senza futuro per l’umanità vanamente alla ricerca di senso, in un mondo babelico di cui il Bosforo – crocevia emblematico di spostamenti migratori, di lingue culture e religioni – è straordinaria metafora.
I sogni e i desideri dei personaggi – quando la libertà dagli schemi e dai luoghi comuni si crede finalmente (anche se imperfettamente) raggiunta, o quando l’incontro tanto desiderato sembra vicino – si sciolgono come neve al sole, cosicché essi si trovano soli, malinconici e sconfitti.
Accade nella seconda parte del film, quando, nell’intento di comprendere, torna a Instanbul da Brema Susanne (Hanna Schygulla), dopo la sua tormentosa récherche non solo del proprio tempo perduto, ma – distrutta da rimorso – le ragioni dell’allontanamento ostile di Lotte, la figlia uccisa …
Accade ancora quando – dopo aver scelto deliberatamente in Germania di dedicarsi professionalmente alla filosofia occidentale – decide di aprire una libreria a Instanbul, per scoprire la “verità” di suo padre Ali (Tuncel Kurtiz), il turco Nejat (Baki Davrak), significativamente ripreso di spalle, sulla riva del mare, nell’attesa dl lui – che non vedrà – nell’indeterminatezza di un orizzonte lontano, forse “ai confini del paradiso”, nella lunga sequenza che – affiancando i titoli di coda – conclude il film.
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Il 12 novembre 2007 avevo recensito su Mymovies, dopo la visione in sala, questo film, rivisto ora sul mio DVD per verificare se la mia lettura d’allora conservasse qualche plausibilità, sperando in cuor mio che mi fosse possibile farne una lettura politica.
Così non è stato – certo per limiti miei – perciò, pur avendo aggiornato e parzialmente rielaborato il mio vecchio scritto, ho pensato giusto mantenerne intatta la sostanza filosofica.
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