Regia di Marjane Satrapi, Vincent Paronnaud vedi scheda film
VOTO : 7/8.
A due passi dal capolavoro, sicuramente un ottimo film questo "Persepolis", un prodotto d'animazione dotato di un'anima cristallina e ribelle, una vera e propria esperienza di vita dove storia e tavolozze semplici ma decisamente artistiche creano un quadro affascinante in ogni suo passaggio.
La Satrapì ripercorre le sue (tante) esperienze di vita passando naturalmente dalla rivoluzione culturale, arrivata sul finire degli anni settanta, alla guerra con l'Iraq, per finire all'amore (bellissima uan riflessione su di esso e sulla vita) utilizzando un linguaggio moderno, libero e ribelle, facendo perno su uno sfondo stilizzato che colpisce l'attenzione a ripetizione.
Il risultato è potente e sfuggevole, un qualcosa di originale e accattivante un mix di grande impatto estetico ed emotivo (una rarità insomma).
Si parte con la nostra eroina piccola e scaltra, con la rivoluzione alle porte, con un cambio radicale di usi e costumi; finisce la libertà, le donne sono obbligate a coprirsi con il velo e vestirsi con abiti più casti, ma intanto nei mercati sotterranei, si comprano le cassettine degli Iron Maiden.
Dopo la rivoluzione è il tempo della (sanguinosa) guerra con l'Iraq, gli amici che muoiono, i vicini di casa che perdono tutto, le corse di notte verso i rifugi ed intanto un sistema sempre più chiuso e sessista che toglie il fiato alle libere espressioni.
La giovane viene così spedita, a malincuore, in Europa, a Vienna per la precisione, un mondo diverso dove però continua a soffrire seppur per cose più futili tra pregiudizi e amori tumultuosi.
Si innamora viene tradita, rischia di morire di stenti sul ciglio della strada e, una volta salvata, deciderà di riabbracciare i genitori e l'adorata nonna.
Ma l'amore per la sua nazione natia non andrà di pari passo con un clima oltranzista soprattutto verso le donne, ma comunque anche nei confronti dell'iterazione sociale in generale (emblematica la scena dell'irruzione militare durante un piccolo festino casalingo).
Racconto decisamente denso e pieno, dotato di una sintesi importante per cui gli argomenti affrontati sono tanti, il tempo poco, ma non vi è nessuna superficialità di sorta.
I sentimenti sono molteplici, l'amore per la vita, il dolore per le ingiustizie, le sofferenze per i turbamenti sentimentali; in tutto questo i momenti di ribellione (le schitarrate di sfogo hard rock a muso duro) si alternano ad altri intimi (quelli con i genitori e soprattutto la nonna e le foglie di gelsomino) e a tante lacrime che non avevo mai visto scendere sui volti in maniera così copiosa.
Se la storia è ricca e ben tratteggiata, altrettanto si può (e si deve) dire per il linguaggio, che si avvale di un lessico ibrido tra espressioni moderne ad altre arcaiche che ben rappresentano la distanza tra mondi e concezioni diametralmente opposti.
Infine va un sincero plauso per l'animazione, dove le forme sono molto semplici, ma intorno vi è un lavoro importante, sia per gli abbinamenti e le sfumature dei colori (gli sfondi sono spesso splendidi), sia per i movimenti dei corpi e le invenzioni visive che questi spesso portano.
Insomma una gran bella sorpresa dove tanti temi vengono affrontati di petto, con coraggio e abnegazione, al servizio di molteplici cause, l'emancipazione delle donne e la libertà di un popolo sottomesso prima di tutto, con alcune scene indimenticabili (ma che sono anche troppe per poterle citare) dove si urla, ci si commuove, ci si diverte, insomma, detto in un'unica parola, si partecipa sentitamente.
E questo è il successo più grande per un film che vuole smuovere le coscienze.
VOTO : 7/8.
Animazione semplice nella forma, bellissima nella sostanza.
VOTO : 7/8.
Ci mette la sua vita con classe, coraggio e dolore.
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