Regia di Richard Franklin vedi scheda film
Immobilizzato in un letto di ospedale, privo di coscienza: non esiste orrore più grande. Ma Patrick non è soltanto un horror, per quanto gli autori tentano una -pur modica- disamina sull'accanimento terapeutico e sull'eutanasia.
Patrick (Robert Thompson) ha ucciso la madre, dopo averla sorpresa in compagnia di un amante. A seguito di un incidente, rimasto in coma, viene mantenuto in vita artificialmente in una clinica privata, presso la quale la nuova infermiera Kathy (Susan Penhaligon) viene incaricata di prendersene cura. È proprio quest'ultima che, dopo tre anni di vita vegetale, nota come in realtà Patrick lancia segnali di coscienza: inizialmente tramite contrazioni nervose riflesse come lo sputare o, davvero inattese, erezioni sessuali al tocco di mano di Kathy; poi le manifestazioni si fanno più inquietanti, sconfinando nella psicocinetica quando Patrick interagisce tramite una macchina da scrivere. Le cose si fanno pericolose quando persone legate a Kathy (l'ex marito o un medico con il quale instaura una relazione) cadono vittima degli attacchi parapsicologici portati avanti da Patrick... che si è letteralmente innamorato dell'infermiera.
Patrick: Susan Penhaligon e Robert Thompson
"Noi abbiamo cinque sensi. Ora, se un soggetto ne perde uno, diciamo la vista ad esempio, automaticamente lo compensa acuendo l'udito o migliorando il tatto. Ma Patrick non ha più i cinque sensi, e quindi non gli resta che... il sesto senso." (Dottor Brian / Bruce Barry)
Patrick: Robert Thompson
Dall'Australia arriva un film inquietante che, all'epoca dell'uscita, in Italia viene accolto con enorme successo (lo si ricorda in abbinamento a Coma profondo, tutt'altro film ma dal manifesto inquietante e realizzato nello stesso periodo). Oltre all'efficacia di una sceneggiatura che, per quanto limitata all'evasione, non rifugge certe riflessioni sull'accanimento terapeutico e l'eutanasia (ottimi in questo senso i dialoghi della caposala finto moralista, interpretata dalla brava Julia Blake) il film può contare su attori calati con certa immedesimazione nell'ambiente ospedaliero, dominato da un losco dottore che ha le inquietanti fattezze di Robert Helpmann. La versione nostrana inoltre, può vantare come prassi dell'epoca (si pensi a Martin/Wampyr o Zombi di George Romero) sulla bella colonna sonora opera dei Goblin che qui rievocano sonorità a mezzo tra quella dei Tubular bells de L'esorcista e Profondo rosso. Richard Franklin torna in seguito dietro alla macchina da presa e al genere thriller (Psycho 2 e Link ad esempio) senza mai più lontanamente avvicinarsi al buon risultato ottenuto con Patrick.
Patrick: fotobusta
Citazione
"Se esistesse un Dio, e se il malato della stanza 15 (Patrick n.d.r.) potesse pensare... penserebbe che Dio ha un senso mostruoso dell'umorismo. Ma, naturalmente, non esiste alcun Dio. Nessun Dio, nessuna giustizia, nessuna compassione, solo paura. Perciò lui giace in quel letto mese dopo mese, anno dopo anno, perchè nessuno -incluso me stessa- ha il coraggio di staccare quella macchina e permettere di fare ciò che avrebbe dovuto fare tre anni fa. È un caso imbarazzante: Patrick sta lì a ricordarci che la medicina può prolungare la morte in maniera molto più efficace di quanto possa prolungare la vita. Quindi può sembrare una cospirazione averlo rinchiuso ed isolato, ma è che la sua semplice vista in qualche modo ci ricorda in maniera offensiva la nostra... abiezione." (Cassidy / Julia Blake)
Patrick: fotobusta
Curiosità
Come accennato, in Italia il film riscontra un successo inatteso, al punto che una produzione nostrana tenta di sfruttarne il titolo. Nel 1980 il produttore Crisanti realizza Patrick vive ancora. Ma stavolta in sceneggiatura opera Piero Regnoli e la regia è realizzata da Mario Landi: ne esce un tipico esemplare di cinema bis, nel quale scompaiono i rimandi a temi "di certo peso" per lasciare invece spazio a scene di nudo e alla violenza più estrema, resa poco impressionante per l'inverosimile contesto narrativo.
Patrick: fotobusta
Patrick è disponibile in Dvd per conto della Mosaico. Tra l'altro si tratta di una delle migliori uscite della casa per qualità video (non perfetto ma anamorfico 1.85:1) ed audio (la traccia italiana non è compromessa). Running time: 1h37m43s.
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