Regia di Damiano Damiani vedi scheda film
Un ragazzo su un isola, un padre sfuggente e vacuo, una matrigna troppo carina, troppo sola e affine a lui: un guazzabuglio di sentimenti raccontato bene dal giovane Damiani.
Da quando lo vidi la prima volta tanti anni fa ad ora che lo vedo per la seconda, la mia opinione non è cambiata: L'Isola di Arturo è un bel film, che ho guardato ancora volentieri.
Gli attori sono bravi, e il regista compone con abilità il complesso quadro di rapporti che li legano, con i relativi sentimenti contrastanti. Il tono è pacato e malinconico (come il bel tema musicale della sigla), e le scene di dialogo sono intramezzate in modo opportuno da sequenze di vita quotidiana sull'isola, ambientate nei suoi tipici luoghi: il mare, la barca, le alture, le vie del borgo, gli alberi da frutto e gli orti a terrazza. Il protagonista è un credibile ragazzo cresciuto in riva al mare, e l'attore dimostra in modo verosimile una grande confidenza, probabilmente reale, con la barca, il nuoto, gli scogli, i tuffi.
Orfano di madre e con un padre assente ed evanescente, egli è quasi destinato ad una vita incerta, ai conflitti interiori, e ad un'inquietudine di fondo. Il papà, dal canto suo, è un tipico giramondo che vive alla giornata, allergico a tutti i legami e i sacrifici (come anche grida in un momento di verità), che cerca sempre la scorciatoia e la via facile, incappando per forza di cose nel crimine. Proprio per quello che è e vuole restare, non avrebbe dovuto sposarsi neanche sposarsi e avere figli. La sua superficialità, la sua volubilità, e il suo egoismo di fondo tormentano senza posa chi gli è legato.
Mi è piaciuto anche il personaggio della giovane moglie, che è tutto sommato il carattere più equilibrato di tutti, o quello secondario della donna col marito in Australia; ritratti tutti, questi, sbozzati con sensibilità e realismo.
Vorrei vedere qualche film di oggi girato con un così felice equilibrio, con questa fluidità, questa complessità di relazione tra i personaggi, e la capacità di parlare chiaramente di sentimenti, pur facendo uso spesso solo di accenni.
PS: Non mi sono pentito di averne comprato il DVD.
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