Regia di Catherine Breillat vedi scheda film
Nel suo tragitto alle prese con le inquietudini e i conflitti sessuali, fisicamente e psicologicamente, C. Breillat cambia qui impostazione vestendo panni ottocenteschi e rimanendo lontana dalla esibizione cruda di falli e vulve.
La vicenda si sofferma sul rapporto ambivalente di un giovane libertino (Fu'ad Ait Aattou) con due entità femminili contrastanti da cui è attratto ugualmente: da una parte una bruna, controversa e disinibita cortigiana franco-spagnola (A. Argento), dall'altra la moglie bionda e candida, timida ma ancor più sensuale (R. Mesquida).
La Breillat ha un certo gusto estetico che però risulta anche un pò troppo stilizzato, opaco e sottotono; non si raggiungono la profondità e il calore di Rohmer (non posso però dire nulla sui dialoghi, avendo visto solo la versione francese), ma almeno qui (siamo lontani per fortuna dalla barbosità di Romance) dimostra una attenzione notevole verso i volti, quasi a volerli accarezzare, far risaltare la morbidezza delle linee e delle carnagioni. 6 1/2
Non sono sfruttate del tutto le potenzialità della colonna sonora, che vanta comunque scelte raffinate da John Playford, Gioacchino Rossini, Ludwig van Beethoven, Henry Purcell.
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