Regia di Julian Schnabel vedi scheda film
Jean-Dominique Bauby, redattore capo di un celebre rotocalco femminile, viene colpito da ictus: paralizzato dalla testa in giù, mantiene però la consapevolezza di sé e la capacità di muovere un occhio con cui poter comunicare con il mondo esterno. Dopo una prima fase di abbattimento, con l’aiuto di due terapiste, recupera la voglia di vivere e con un paziente lavoro di dettatura scrive un libro sulla propria esperienza. Storia vera, raccontata per buona parte in soggettiva (immagini sfocate, visuale ridotta, palpebre che si aprono e si chiudono) e tutta incentrata sull’evoluzione interiore del protagonista: all’inizio si dispera, poi rimpiange il passato perduto e i doveri trascurati (stare di più in compagnia dei figli), recupera un rapporto agrodolce con l’ex compagna che viene sempre a trovarlo (mentre quella attuale non ha il coraggio di rivederlo), infine approda a un malinconico distacco dalla vita. Un film struggente, che va nella direzione opposta a quella di Mare dentro ma non ha nessun intento didascalico: vuole solo mostrare come un’esistenza ridotta agli estremi possa sfruttare al massimo le poche risorse rimaste.
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