Regia di Julian Schnabel vedi scheda film
Julian Schnabel - conosciuto più come pittore bizzarro col vezzo di vestirsi in pigiama che come regista, peraltro già autore della biopic Basquiat - dirige un film estremo tratto dalla vera storia di Jean-Dominique Bauby, che sta tra Il mio piede sinistro, Uncut (quello in cui il pornodivo Franco Trentalance rivelava pensieri peccaminosi mentre era costretto a letto) e Mare dentro. Lo scafandro e la farfalla è girato quasi interamente in soggettiva (persino la cucitura della palpebra destra ricorre a questa tecnica di ripresa), rivela una riconoscibile finezza di scrittura, ma al tempo stesso si propone come opera estrosa a tutti i costi, finendo alla lunga per annoiare. Una sforbiciata di una ventina di minuti avrebbe giovato al film.
Un giornalista sulla quarantina (Amalric) viene colpito da un ictus che lo lascia completamente paralizzato. L'unica cosa che ancora funziona è la palpebra sinistra, battendo la quale egli riesce - grazie all'aiuto di un'ortofonista e di una copista - a scrivere un intero libro di memorie.
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