Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
Questa volta Gus ha fatto un pasticciaccio...Elephant era perfetto, perchè era un film astratto, freddo, puramente concettuale, filosofico, sorretto da un rigore estetico derivato da Kubrick...qui invece Van Sant si azzarda a fare il Poeta, con risultati raramente notevoli (la parte centrale, culminata col pianto disperato del protagonista nella doccia), più spesso pretenziosi ed inutilmente criptici (le discutibili scelte relative alla colonna sonora, le lunghe e superflue carrellate, la contrazione/dilatazione artificiosa dei tempi)...per di più, diversamente che in Elephant, qui troviamo tutta una componente psicologica e sociologica che si articola in maniera assai confusa...forse il tentativo era quello di mettere in linguaggio audio-visivo i fremiti di un "Sixteen Blue" come tanti, ma ne è uscita una sfocata rapsodia...
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