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I padroni della notte

Regia di James Gray vedi scheda film

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alfatocoferolo

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La recensione su I padroni della notte

di alfatocoferolo
5 stelle

Estetica impeccabile, buona tensione e ottima recitazione ma tutto il resto è puro estratto di banalità.

 

Io il 7 in pagella glielo volevo pure dare, per Joaquin Phoenix e Robert Duvall prima di tutto, poi per la buona tensione e i richiami al cinema noir che gradisco sempre. Ma non posso, sul serio. È un film troppo irritante, zeppo di banalità.

Partiamo dalla trama: due fratelli, uno nella polizia e l'altro nel malaffare... Una premessa vista e rivista che non troverà, negli sviluppi, particolari elementi di novità. A sottolineare l'originalità del tutto, i buoni sono tutti americani e i cattivi russi. Il protagonista non è solo fratello di un poliziotto ma anche figlio di un poliziotto e non uno a caso, il Capo del Dipartimento di Polizia. Perché lo dico? Perché gli basta farsi chiamare col cognome della madre e, come per magia, indossa il mantello dell'invisibilità. Nessuno sa chi sia. Malavita, polizia... nessuno. Uno potrebbe dire "magari ha staccato i rapporti con la famiglia?" ma no, va anche alla festa di pensionamento del padre, in una sala ricolma di sbirri. E nessuno sa niente. Verosimile.

(Avviso, qui arriva qualche SPOILER già contenuto nella trama, ma per correttezza lo preciso.)

Ad arricchire questo quadro di vita vera arriva la seconda parte in cui il protagonista finisce sotto protezione perché braccato dalla mafia russa. Spostamenti continui in luoghi segreti, vita da recluso e tutto il resto dell'ambaradan. Malgrado tutto, riescono a stanarlo dando vita al solito inseguimento con sparatoria. Dopo di ciò il protagonista decide di compilare un paio di paginette per entrare in polizia e la polizia, felice, decide di accorparlo al Dipartimento. È normalissimo in America trasformare un tossico spacciatore in un poliziotto, dargli una pistola e buttarlo in strada. Che ci vuole? Ancora fresco di giuramento lui che fa? Va nel vecchio locale dove lavorava. Il proprietario è russo, il nipote è il narcotrafficante che gli ha procurato tutte le grane, lui entra nel locale ridendo e scherzando, con un solo poliziotto di scorta. Nessuno lo importuna, anzi lo accolgono come se nulla fosse successo. Due scene prima, hanno assaltato un commando di polizia per ammazzarlo. Ora, ce l'hanno lì che beve e ride e non lo sfiorano. Non fa una piega.

Nello splendido finale, un'altra perla di veridicità. Per stanare il bandito, già circondato da un manipolo di poliziotti e isolato, che fanno? Danno fuoco a una prateria di sterpaglie, così quello scappa per il fumo. Un metodo consolidato dei corpi di polizia di tutto il mondo, a saperlo prima avrebbero potuto cambiare la storia del cinema da Quel pomeriggio di un giorno da cani in poi. Bastava dare fuoco alle banche.

Non chiedetemi di dare un 7, non gli darò nemmeno la sufficienza.

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