Regia di James Gray vedi scheda film
C’è il compiersi di un destino nella drammatica e violenta trasformazione di Bobby Green (Joaquin Phoenix) da edonistico gestore di un locale a tutore dell’ordine, un ritorno biblico del figlio prodigo nei recinti morali paterni, il chiudersi di un percorso di formazione etica che saranno la morte e la vendetta a rendere tragico. In questa classica struttura narrativa James Gray inserisce le sue cupe visioni metropolitane, in cui si materializzano gli attori (Mark Whalberg, Robert Duvall) attraverso la fisicità delle loro interpretazioni, i respiri affannati o pesanti, la paura, il nervosismo, la rabbia, il corpo seminudo di Eva Mendes, il suo erotisno epidermico, le carezze, i baci, le fotografie in bianco e nero in apertura, crude testimonianze dello smercio della roba e del suo uso, le perquisizioni, le siringhe per bucarsi, i nuclei famigliari, le tradizioni e tutto quello da cui fuggire solo per poi ridiventarne parte. Inseguimenti sotto la pioggia, sparatoie, tonalità cromatiche fredde e scure, posizioni fetali come traumi irrisolti, lutti, la fugace immagine di un volto amato in una sala gremita di anonime facce, We own the nightè un film di legami di sangue e vibrante tensione, una discesa funerea scandita dalla musica rock/dance di Blondie e dei Clash fino al requiem conclusivo dei titoli di coda, verso il termine della giovinezza e delle sue illusioni.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta