Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
Ad Austin, in Texas, alcune ragazze assai "spigliate", nel corso di una serata in giro per locali, vengono "agganciate" da un uomo misterioso, che racconta di essere uno stuntman; lo stesso, successivamente, le uccide tutte provocando volontariamente un incidente stradale con la sua vettura "A Prova Di Morte", modificata per essere utilizzata nelle sequenze d'azione di un film. Rimanendo impunito, tenta di fare la stessa cosa con un altro gruppo di ragazze, presso la località di Lebanon, le quali si rivelano più dure del previsto, tanto da trasformarlo da "cacciatore" in "preda", ed umiliarlo. Il film è parte del progetto "Grindhouse", tramite il quale i registi Tarantino e Rodriguez desiderano ricreare le atmosfere di un particolare stile cinematografico statunitense in voga sino agli anni '80, che, nella sua versione genuina, prometteva intrattenimento a basso costo mostrando in gran quantità sesso e violenza; trattando argomenti scomodi; portando in scena trame assurde. In questo, immagino che Tarantino sia riuscito nel suo intento. Interpretazioni, costumi, ambientazioni ricreano con efficacia un'atmosfera di decadenza e nichilismo. Gli stessi lunghissimi e ben curati dialoghi sono basati sul nulla. Gli eccessi in tali ricostruzioni danno un'impronta grottesca ed irreale alla narrazione. Molto belle alcune sequenze; colpiscono quella dell'incidente con la quale lo stuntman-killer uccide le tre donne nella prima parte del film, e l'ultima, lunghissima, sequenza che mostra gli inseguimenti tra il "cattivo" e le altre tre donne a bordo della vettura presa in prova. La "riesumazione" realizzata da Tarantino non evita alla sua opera una serie di difetti, propri del genere cui s'ispira; Il maggiore di essi è l'inconsistenza dei contenuti. All'esilità della trama, infatti, non corrisponde una particolare trasmissione di valori, sentimenti, o informazioni. Pertanto, a fine visione, ho avuto l'impressione di aver assistito ad un ... "nulla" molto ben confezionato ! Esclusa l'ultima parte, buona parte del film è occupata dai validissimi dialoghi, che però sembrano non portare a nulla. Gli stessi personaggi sembrano volutamente stereotipati. Tutte le giovani donne, quale più, quale meno, hanno caratteri particolarmente spigliati; pur nelle molte difficoltà quotidiane, mostrano di essere in grado di cavarsela da sole, senza alcun bisogno degli uomini; il loro antagonista è il misterioso ex-stuntman interpretato da Kurt Russel, tratteggiato come un uomo maturo e deluso dalla vita, capace di trovare eccitazione solo mentre fa del male alla guida di potenti vetture. In tutta la vicenda, le forze dell'ordine sono assenti; c'è una fugace apparizione di uno sceriffo, il quale, in un dialogo con il figlio, dopo il primo incidente-omicidio, afferma di volersi disinteressare dell'evento, non essendo dimostrabile la volontarietà dello stuntman. Nella rievocazione di Tarantino, non mancano "rumori di fondo" nella pellicola, difetti di montaggio, ed altri disturbi introdotti volontariamente. Un altro segno di stima del regista verso certa cinematografia è dato dai riferimenti a capolavori del passato. Personalmente ho riconosciuto un elemento presente in "Convoy - Trincea D'Asfalto" nella prima vettura utilizzata dallo stuntman. Un film che può piacere, con la consapevolezza che si tratta di un'opera volutamente scarsa nei contenuti, dai lunghi dialoghi fine a loro stessi, e dai ritmi molto lenti, sebbene ottimamente sceneggiata ed interpretata.
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