Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
Le ossessioni di Tarantino sono declinate (piacevolmente e non) in tutti i suoi film: sono artefici della sua grandezza ma anche la sua croce; l'effetto, grazie ad una sapiente capacità di centellinarsi (contenersi?) è risultato, fino ad oggi, piacevole. In questo caso, probabilmente, non è riuscito a controllarsi (a causa, forse, di una leggera crisi artistica) ed ha sfornato un florilegio continuo di cazzi, culi, piedi, pancini, juke box, musica stax anni 60/70, vecchi stuntmen brillantinati e auto sfreccianti nel nulla americano senza curarsi della compiutezza della sua opera. "Les divertissements" tarantiniani hanno un senso quando sono sorretti da una sceneggiatura e da dialoghi all'altezza, per scongiurare l'effetto noia al centesimo epiteto dell'organo riproduttivo maschile o femminile declinato da una decina di sboccate fighette sedute al tavolo di un bar (non parlo da bigotto, lungi da me); la noia, quindi, fa capolino molto in fretta nell'ascoltare (lunghi) discorsi inconcludenti e poco brillanti che occupano una buona parte della durata della pellicola. Grindhouse dovrebbe essere un omaggio ai B-movie automobilistici anni 70 ? Vorrei dire al buon Quentin ciò che dico di solito ad un mio amico amante di improbabili orologi coloratissimi quando si presenta da me con l'ultimo ricercatissimo (da lui) acquisto: "se non li trovavi in giro, ci sarà stato un motivo" e quindi, caro Quentin, non tutta la filmografia anni 60/70 della tua infanzia può (o deve) essere recuperata, lasciala lì dove si trova a riposarsi per l'eternità.
Lui massacra 4 fighette, tre fighette massacrano lui: sembra una filastrocca.
Buona.
Incontinente.
L'unico a salvarsi (a tratti).
Legnosa.
Eroica.
Notevole per beltà.
Indimenticabile il suo pancino.
Gallinesca.
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