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Grindhouse. A prova di morte

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Grindhouse. A prova di morte

di hallorann
6 stelle

In origine era GRINDHOUSE, cioè la somma di due episodi, DEATH PROOF di Quentin Tarantino e PLANET TERROR di Robert Rodriguez. Dopo l’uscita disastrosa nelle sale americane, per il mercato europeo Tarantino ha aggiunto una seconda parte al suo DEATH PROOF affrancandosi da Rodriguez (destinato ad un’uscita in DVD). GRINDHOUSE – A PROVA DI MORTE è il titolo italiano completo e tradotto in cui il regista dello spettacolare dittico KILL BILL prosegue la personale ricerca e sperimentazione dei generi cinematografici. Il film parte con inquadrature feticce di piedi e gambe di Jungle Julia (Sidney Tamiia Poitier), una dj assai nota ad Austin in Texas, con le amiche Shanna (Jordan Ladd) e Arlene (Vanessa Ferlito) si rilassano nel locale di Warren (Tarantino stesso, anche direttore della fotografia): bevendo, fumando, parlando di gossip, sesso e uomini. Nello stesso bar c’è un avventore che ha messo gli occhi addosso alle tre, è Stuntman Mike (un Kurt Russell in grande spolvero), un truce stuntman pieno di cicatrici e proprietario di una strana automobile. Lui corteggia la bionda Pam, avvicina le girls e le sfida a fare una lap-dance solo per lui, terminata la serata Stuntman Mike offre un passaggio a Pam con la sua auto corazzata…a prova di morte. Nel secondo episodio Abermathy, Zoe, Lee e Kim sono dirette all’aeroporto, fanno tappa in un megastore, si fermano da un meccanico e si invaghiscono di una Dodge Challenger del ’70, la prendono per un giro di prova lasciando la svampita Lee dal rude meccanico come pegno. La spericolata Zoe (nella realtà una vera controfigura di star hollywoodiane come Uma Thurman) si fa legare al cofano e con Kim al volante cominciano una serie di folli corse, disturbate dal solito Stuntman Mike che le seguiva fin dall’inizio, ma stavolta i suoi istinti omicidi verranno ribaltati e azzerati dalle impavide girls. Tarantino ha una visione ludica del cinema: cita, omaggia, saccheggia tutto quello che gli salta in mente con criterio e talento. Da PUNTO ZERO di Richard C. Sarafian prende la  Dodge Challenger, da ZOZZA MARY PAZZO GARY di John Hough i rocamboleschi inseguimenti dell’ultima mezzora e i catastrofici scontri della fine del primo episodio, in colonna sonora si ode, tra gli altri, il Morricone de L’UCCELLO DALLE PIUME DI CRISTALLO di D.Argento, la mania per certi feticismi si erano già visti in JACKIE BROWN con la barbie Bridget Fonda in shorts, qui moltiplicati per otto ragazze spigliate e mozzafiato. Inoltre dialoghi logorroici e doppi sensi a rotta di collo, titoli di testa e leggerezza dell’insieme provengono dal cinema exploitation americano di serie B. E ancora parodia dei blockbuster FAST AND FURIOUS, in poche parole meglio l’artigianato d’autore che la paccottiglia industriale usa e getta intrisa di effetti speciali, però va detto che questa penultima opera del genio o geniale citazionista Quentin va presa con il beneficio del dubbio e senza troppa serietà.

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