Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
la statura autoriale di Tarantino non è in discussione: anche qui dimostra di essere un mago dei dialoghi e di avere una predilezione per le sequenze lunghe, statiche, quasi "in real time" (la lunga e suggestiva sequenza del bar, nella prima parte)...un po' come le scene di ballo di Cimino...quello che viene a mancare rispetto ai suoi film precedenti sono da una parte la caricatura delle perversioni serpeggianti nella società statiunitense (caricatura impagabile in Pulp Fiction; superficiale, ambigua e un po' troppo compiaciuta in Grindhouse), dall'altra la riflessione su tematiche assolute come l'amore e la vendetta (riflessione stilizzata, ma delicata in Kill Bill; non pervenuta in Grindhouse)...si tratta, in definitiva, di un film futile, dove il proverbiale humour sardonico (che riemerge di tanto in tanto, come nella memorabile sequenza dello sceriffo in ospedale) lascia troppo spesso spazio al bieco cinismo...dal punto di vista estetico, è un film godibile, anche se mancano le invenzioni figurative di Kill Bill o iconografiche di Pulp Fiction...dal punto di vista dei contenuti, è un film pseudo-femminista, rozza allegoria dell'impotenza del maschio...pseudo-femminista, perchè in questo film le donne sono quasi più stronze e più stupide degli uomini: si tratta di un femminismo corrotto in partenza...ma alla fine il vecchio Quentin si salva, perchè si inventa quel finale cartoonesco che in un colpo solo priva l'intero film di ogni pretesa di serietà o di (im)moralità...mah, non so che futuro potrà avere questo tipo di cinema...mi pare proprio che Tarantino sia giunto al capolinea...
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta