Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
Chiarisco subito che questa non sarà una opinione come le altre, perchè ho deciso di impostarla come "contro-recensione". Venerdì 1/06/07 il critico di "Repubblica" Paolo D'Agostini ha demolito questo film (e il suo regista) con una durezza che su quelle colonne non avevo mai colto prima: lo stile di Tarantino viene smontato pezzo per pezzo fino a chiedersi come Quentin abbia fatto a raggiungere la fama che ha, dato che e' solo un riciclatore di idee altrui, per poi concludere, in sostanza, con un compiaciuto "ben gli stanno tutti i flop della sua ultima opera!". Complimenti sig. D'Agostini. Lei sì che ha capito tutto. Lei non si e' limitato ad attribuire una valutazione bassa ad un film che non le e' piaciuto, Lei e' andato OLTRE. Ha voluto, visto che la sua posizione privilegiata di recensore glielo consente, esprimere una sorta di antipatia feroce verso un professionista che lei giudica, in pratica, totalmente privo di idee, insomma un gigantesco bluff. Intendiamoci, io non sono un fan accanito che
sta difendendo un suo idolo; anzi, devo confessare che la recente esternazione di Tarantino sulla supposta "tristezza" del cinema Italiano contemporaneo l'ho trovata una sparata sciocca ed inopportuna, di cui posso condividere in buona parte il contenuto ma sicuramente non lo stile. Tuttavia, ho amato ed amo il cinema che questo "ragazzaccio" americano ci propina da anni. Lei, sig. D'Agostini, non afferra un dettaglio: quando Lei punta il dito sul RICICLATORE Tarantino, gli muove in fondo un elogio. Tutto questo pescare a man bassa riferimenti a base di "sex and violence" da certo cinema del passato e' la cifra stilistica distintiva di Tarantino. Lei giudica questo una colpa, io la valuto invece un (disarmante nella sua sincerità adolescenziale) affettuoso omaggio al cinema "minore" del passato. Un cinema colorato, chiassoso, grottesco, che nessun supereroe miliardario Marvel e nessun baraccone "piratesco" Disneyano riusciranno mai a cancellare del tutto. Sa qual'e' il problema, sig.D'Agostini?
Che Lei non ha mai amato QUEL cinema che invece Tarantino conosce profondamente e su cui si e' formato. E questo Le sembra un buon motivo per demolire complessivamente l'opera di un regista?? La sincerità e la devozione con cui Tarantino tributa i suoi omaggi verso il cinema di genere sono fuori discussione
e mostrano in lui l'entusiasmo di un bambino in questo suo approccio: come puo' Lei permettersi di metterne in dubbio l'autenticità? Sig.D'Agostini, mi permetta, se Lei non ama i "b-movies" del passato e' affar suo ma la prego di non liquidare come un bluff l'opera di chi su questi films ha costruito la propria cultura e a questi films vorrà rendere omaggio per tutta la vita. Lei cita, nella sua "recensione col machete", due nomi: "Punto Zero" (imprescindibile film underground americano del 1971) e le amazzoni "tettone" di Russ Meyer: a me sembrano due riferimenti grandiosi, ma Lei -mi pare di capire- non e' d'accordo. Quanto poi al suo compiacimento per gli scarsi consensi finora raccolti dal film, preferisco astenermi dal commentare, non ne vale nemmeno la pena. E veniamo al film in se', peraltro riassumibile in poche righe. Mi limito a dire agli estimatori di Tarantino che ci troveranno (in abbondanza) pane per i loro denti; dialoghi assurdi, esplosioni di violenza, citazioni e dettagli di cui si perde il conto: dalle t-shirts indossate ai posters che si intravvedono alle pareti. E -soprattutto!- una colonna sonora semplicemente esaltante.
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