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Grindhouse. A prova di morte

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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La recensione su Grindhouse. A prova di morte

di Tuttle
8 stelle

Non è affatto male, bisogna solo prenderlo per quello che è: un semplice divertissement di un genio della messa in scena che vuole omaggiare i vecchi b-movies della sua infanzia. Pensato in origine come un mediometraggio da proiettare assieme ad un altro (l'episodio di R. Rodriguez, in Italia rimandato a settembre!), è arrivato nelle nostre sale rimpolpato fino a 122 minuti di durata. Ci sono mille citazioni: deve essere diventato il gioco preferito di QT, ma forse anche molti spettatori oggi non vedono l'ora di saggiare la propria "cultura cinematografica" e la sfida con il regista è aperta! Il principale film riesumato è "una pietra miliare del cinema americano anni '70": VANISHING POINT di Richard C. Serafian. Kowalski si reincarna in due stunt-women un po' suonate, che appena hanno davanti il corpo - auto di PUNTO ZERO, una Dodge Challenger 4.4 bianca, cominciano ad andare su di giri... Fino ad incappare nel lupo cattivo Kurt Russell (un collega in pensione) che ha già dato una prova fenomenale del suo sadismo omicida, grazie alla vecchia auto di mamma, a prova di morte, con la paperella cromata sul cofano motore e non solo. Tarantino oggi è veramente l'unico capace di raccontare una storiella stupida come questa, creando un ritmo della narrazione (attraverso i dialoghi, le pose delle attrici, le inquadrature, la colonna sonora e pure il bianco e nero) che all'inizio strappa una risatina disinteressata, poi cresce fino a coinvolgerti in una lap-dance edonista da antologia e infine esplode nella follia pura della belva che può esserci dentro ogni uomo.

Cosa cambierei

Avrei solo preferito un finale meno disimpegnato nella regia con un montaggio meno sbrigativo, l'alternanza dei titoli alla scena, e il cattivone che conta le paperelle che gli girano sulla testa, con la lingua tra i denti... magari dentro un cartone animato!

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