Espandi menu
cerca
Non è un paese per vecchi

Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Houssy

Houssy

Iscritto dal 16 settembre 2014 Vai al suo profilo
  • Seguaci 21
  • Post 3
  • Recensioni 81
  • Playlist 12
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Non è un paese per vecchi

di Houssy
9 stelle

Quello che sta arrivando non lo puoi fermare… Al di là della fotografia mozzafiato, delle interpretazioni in stato di grazia e della regia sublime, complici quelle meravigliose e geniali ellissi narrative, Non è un paese per vecchi è un film che parla di morte e di etica, anzi di etica della morte. Il killer Bardem e lo sceriffo Tommy Lee Jones sono le due facce della stessa medaglia, il bene e il male, due baluardi di un mondo che fu e che va scomparendo, un mondo fatto di regole e principi. Oggi, qui e ora, in questo mondo di plastica e carta straccia, solo il sangue e la morte mantengono la parola data, non esiste scampo, ma solo dolore e buio. Siamo nati per soffrire e spesso non riusciamo a comprendere quello che accade intorno a noi. Il mondo cambia troppo rapidamente, le sensazioni diventano certezze e la vita diventa morte. Morte da accogliere in un abbraccio, sincera sorella, unica verità imprescindibile, unico vero modo per mantenere la parola data. No, non è di certo un paese per vecchi, ci sono troppe cose da capire e troppe altre che nemmeno si riescono a immaginare. Allora ben venga la morte, non come scorciatoia, ma come consapevolezza, unica madre capace di istillare vita là dove regna l’assenza di essa. La scelta come consapevolezza dell’essere, accettazione del libero arbitrio, rifiuto di Dio. La vita come zavorra da cui liberarsi, i principi come inutili fardelli, capaci di appesantire letargiche coscienze ormai preda di un sonno eterno. Il killer Bardem è la crudele cristallina coscienza di un paese che non riconosce più se stesso, perduto nell’inutile ed infinita contemplazione di se. Lo sceriffo Tommy Lee Jones è l’antica sapienza perduta di un popolo che non sa più come tenere accesa la fiamma della speranza. Bellissimo, coinvolgente e geniale, zenit di superbo spessore artistico per i due geniali fratelli, che probabilmente firmano il loro capolavoro più criptico ed ermetico. Estremo e definitivo Nadir dell’anima umana, orazione funebre per una razza vigliacca e svilita, canto del cigno delle parole speranza, carità e perdono. Testa o croce, bisogna scegliere, non c’è più tempo, quello che sta arrivando non si può fermare, la morte è qui, il destino non esiste, restano solo i sogni e la luce alla fine di tutto. La strada è ancora molto lunga e la notte è troppo fredda… non c’è più posto qui, per quelli come te. …Poi mi sono svegliato.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati