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Non è un paese per vecchi

Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film

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La recensione su Non è un paese per vecchi

di FilmTv Rivista
10 stelle

Uno strambo killer si aggira per il Texas con un micidiale marchingegno ad aria compressa, e uccide. Un ex saldatore reduce del Vietnam, mentre va a caccia sul Rio Grande, trova spacciatori di droga messicani morti e una valigia con svariate migliaia di dollari. Uno sceriffo a un passo dalla pensione cerca come può di mettere le cose a posto, mentre gli omicidi si moltiplicano come in una catena di Sant’Antonio. Non è un paese per vecchi, ultimo film di Joel ed Ethan Coen, ripercorre con una certa fedeltà l’omonimo romanzo di Cormac McCarthy. Lo scrittore aveva scelto questa specie di western contemporaneo per proseguire la sua indagine simbolica. Tre personaggi: uno è il male (il killer), uno il bene (lo sceriffo), uno la via di mezzo (il reduce), cioè tutti noi, in balia degli eventi, delle concatenazioni del caso e delle debolezze di ogni uomo. I fratelli Coen sono grandi autori con un difetto: amano il cinema di testa, meno quello di cuore e di trippa; questa volta trovano una materia narrativa adatta al loro stile, perché solo con l’ironia e il distacco ci si può immergere in una storia che ha un’unica, incontrovertibile morale: la vita è uno schifo. E la colpa è nostra. Il rigore della loro messa in scena diventa così l’ideale scrittura visiva di una rappresentazione dell’inferno rivoltato, dove la violenza è un linguaggio universale ma senza ragione («Non c’è motivo perché tu mi faccia del male» dice la moglie del reduce al killer), dove il passato è una terra straniera e lo spazio e il tempo, il Texas infinito ed eterno, sono gli elementi che “schiacciano” i personaggi, ricordandoci quanto siano (siamo) piccoli e vani. Il paragone con Fargo non è fuori luogo: stessa filosofia di fondo, stessa visione desolante con il deserto al posto del ghiaccio. Ad arricchire Non è un paese per vecchi tre bravissimi attori - Javier Bardem, Tommy Lee Jones e Josh Brolin - paradossalmente quasi anonimi nel loro incedere lento e silenzioso, mentre tutto intorno è il caos.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 9 del 2008

Autore: Mauro Gervasini

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