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Non è un paese per vecchi

Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film

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La recensione su Non è un paese per vecchi

di hallorann
8 stelle

I fratelli Coen, Joel ed Ethan, sono da una ventina d’anni le punte di diamante del cinema indipendente americano. A suon di premi e riconoscimenti sono diventati una risorsa di Hollywood, pur mantenendo uno spirito free. Nella loro filmografia bilanciano equamente commedie e noir, ambedue i generi venati di humour con sullo sfondo, spesso, la provincia americana e i suoi sogni (infranti). Titoli come ARIZONA JUNIOR, BARTON FINK, FARGO, il supercult IL GRANDE LEBOWSKY, FRATELLO DOVE SEI?, sono da annoverare tra le migliori opere scritte da entrambi, dirette da Joel e prodotte da Ethan. NON E’ UN PAESE PER VECCHI, vincitore dell’Oscar, è da aggiungere alla lista. In un Texas assolato, datato 1980, Moss un reduce dal Vietnam, durante una solitaria battuta di caccia, trova una valigetta piena di dollari in una jeep abbandonata con all’interno e intorno alcuni cadaveri vittime sicuramente di un regolamento di conti tra narcotrafficanti. Il confine del Messico, infatti, è vicino e sulle sue tracce si mette subito Anton Chigurh, un killer psicolabile che gira con una singolare pistola ad aria compressa e una trasmittente che segnala gli spostamenti della valigetta. Moss, nel frattempo, senza dare troppe spiegazioni alla moglie, se non “da questo momento ti puoi ritenere in pensione”, vaga da un motel all’altro con il malloppo. L’anziano sceriffo Ed Tom Bell si occupa delle indagini con disincanto e acume, intanto i due “rivali” si raggiungono ferendosi a vicenda. Un quarto uomo, Carson Wells, viene assoldato dall’organizzazione per recuperare i soldi e per fermare con le buone Moss e con le cattive il folle Chigurh. Ma niente di questa storia andrà come previsto o prevedibile. I Coen hanno tratto, dall’omonimo romanzo di Corman McCarthy, un western-noir vigoroso come la regia e lo script, lento e inesorabile come il killer psicopatico interpretato con allucinata fissità da Javier Bardem, pessimista e disilluso come lo sceriffo del grande Tommy Lee Jones, avventato e beffardo come il Moss di Josh Brolin. Il male è duro a morire sembrano dire i due fratelli del Minnesota. L’amarezza di alcune battute poi, il monologo finale di Bell e persino il titolo sono metafore di certa America violenta e amorale.

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