Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film
Mi ha fatto la stessa, indefinibile, impressione che mi avevano fatto, tempo addietro, gli altri film dei Coen, autori che avrebbero tutte le carte in regola per diventare i miei idoli definitivi e invece...manca sempre qualcosa...fatico a scorgere, nel loro cinema, il rigore e la coerenza (poetica, prima che estetica) che invece avverto nel cinema di Lynch... in No Country, c'è la quintessenza del Coen-pensiero e del Coen-immaginario: l'America o, meglio, il suo fantasma; lo humour sardonico che traspare dai surreali e laconici dialoghi; la violenza stilizzata; lo stagliarsi (ambiguo, amaro, in sordina) di una voce "morale" (la poliziotta incinta in Fargo; lo sceriffo all'antica in No Country) dal pozzo di perversioni che abita l'universo coen-iano; l'esistenzialismo in pillole. Criptico, sconcertante, irrisolto, stimolante: con un finale tanto sospeso e carico di pathos a stento trattenuto come quello di un'altra notevole pellicola contemporanea sulla natura della violenza (ossia, la natura dell'America): A History Of Violence di Cronenberg...
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