Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film
Un intreccio in perenne bilico fra il thriller e la narrazione surreale al quale l'autore di Providence (Cormac McCarthy) ha contribuito in qualità di co - sceneggiatore, per dare vita ai personaggi che gli permisero di vincere il Premio Pulitzer del 2007. Se però eravate rimasti entusiasti da pellicole precedenti messe in scena dalla coppia di registi fra le più celebri del mondo del cinema degli ultimi quarant'anni, forse come noi ne rimarrete delusi, o almeno interdetti di fronte alle evoluzioni di un sicario con le sembianze di Javier Berdem, degno erede del mostro di Milwaukee, che per errore è passato fra le forche caudine di un barbiere disturbato mentalmente tanto quanto lui.
Una pellicola che sa affascinare per la trama, ma che si perde in manierismi fatti di battute fuori luogo e di una lentezza minimalista che si presenta in maniera quasi sempre inaspettata e film che a fine visione non rimane scolpito nelle menti di chi si era atteso un nuovo Il Grande Lebowsky (The Big Lebowsky; 1998) o una rivisitazione a colori de L’Uomo che non c’era (The Man Who Wasn't There; 2001) e che forse rimarrà deluso a causa della scelta dei due fratelli originari del Minnesota, di rientrare negli schemi. Di non sfidare il genere che spesso, anzi quasi sempre, nel loro caso è puramente autoreferenziale. Ma semplicemente affidandosi alla rilettura del romanzo di McCarthy. Riuscendo comunque, e come sempre, a confezionare una sapiente prova di regia, in cui il paesaggio “lunare”, come solo quello della frontiera USA può essere, è sottolineato da un uso capillare della fotografia firmata da Roger Deakins. Enfatizzando la lotta giornaliera in cui si trovano immersi i tutori della legge, per i quali il traffico di droga ha preso ormai il posto del desueto traffico di bestiame. E sottolinenando il degrado nel quale è scivolata la vita dei reduci del Vietnam. Il tutto assistiti da un cast di alto profilo, nel quale svettano il già citato Bardem e Tommy Lee Jones, nel ruolo di uno sceriffo in piena crisi a causa del suo prossimo pensionamento.
Già dal successivo Burn After Reading (id.; 2008) i Coen seppero offrire qualche cosa di meno conformista e standardizzato, anche se in grado di fargli raccogliere incassi al solito faraonici e fargli vincere ben quattro statuette Oscar.
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